giovedì 11 giugno 2015
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Circa 200 missioni internazionali in 20 Paesi, oltre 30.000 ricoveri, 8.000 interventi chirurgici effettuati. Formazione di personale sanitario, esportazione di nuovi protocolli clinico-chirurgici, realizzazione di strutture ad hoc per raggiungere e curare il maggior numero di bambini affetti da gravi patologie. E’ il bilancio degli ultimi anni dell’attività internazionale dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che con medici e infermieri specializzati è presente in 4 Continenti per fornire cure pediatriche e assistenza alle popolazioni disagiate e per dotare il personale sanitario locale delle competenze necessarie per proseguire il lavoro in autonomia. I progetti realizzati e le prospettive future dell’impegno internazionale del Bambino Gesù sono i temi del convegno “Globalizzazione della solidarietà. Raggiungere i bambini più bisognosi”. Primo appuntamento nel pomeriggio di oggi, presso la Pontificia accademia delle Scienze, all’interno della Città del Vaticano. Partecipano i protagonisti della cooperazione sanitaria: medici e infermieri dell’Ospedale pediatrico romano impegnati nelle missioni, rappresentanti della Santa Sede e delle comunità religiose che gestiscono gli ospedali con cui il Bambino Gesù collabora, i direttori e il personale medico delle strutture sanitarie locali, rappresentanti di Fondazioni e Organizzazioni non governative che forniscono il loro sostegno.

  «Globalizzare la solidarietà è l’invito pressante che ci viene dal Santo Padre» spiega la presidente del Bambino Gesù Mariella Enoc. «L’Ospedale ha tra le sue missioni quella di andare a portare la sua conoscenza, la sua capacità di cura nei Paesi dove c’è più bisogno di solidarietà. In questi anni siamo riusciti a farlo con l’aiuto di molti sostenitori, a cui dobbiamo la nostra gratitudine. Il nostro obiettivo deve essere quello di aiutare a crescere le forze e le realtà locali, perché poi siano loro stesse a portare avanti queste iniziative. Globalizzare la solidarietà, nel nostro caso, significa soprattutto fare formazione, trasferire conoscenze e competenze» Medici e infermieri specializzati dell’Ospedale Pediatrico della Santa Sede effettuano attualmente missioni in Cambogia, Vietnam, Tanzania, Haiti, Russia, Giordania, Macedonia, Cile, Venezuela. Nel tempo sono stati realizzati interventi di cooperazione sanitaria anche in Libano, El Salvador, Montenegro, Albania, Perù, Siria, Eritrea, Palestina, Benin, Kurdistan e Georgia. Nel corso di oltre 200 missioni sanitarie, gli specialisti del Bambino Gesù hanno trattato, anche chirurgicamente, migliaia di bambini con problemi cardiaci, affetti da HIV, con patologie neurologiche, neonatali e dermatologiche gravi e, in alcuni casi, molto rare. Alcuni piccoli pazienti sono stati sottoposti a interventi di chirurgia plastica e a trapianto di rene. Complessivamente sono state effettuate oltre 60.000 visite ambulatoriali, 8.000 interventi chirurgici e 30.000 ricoveri. Negli ultimi anni, In base ad una serie di accordi internazionali, oltre 100 bambini con patologie non trattabili nei loro Paesi di origine sono stati curati al Bambino Gesù di Roma. Tra questi, 30 pazienti cardiopatici provenienti da Vietnam, Cambogia e Tanzania e 26 piccoli venezuelani, affetti da patologie onco-ematologiche, sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche. Sempre nella sede di Roma sono stati formati 144 tra medici e infermieri provenienti da Paesi in via di sviluppo. 106 il numero delle persone, tra amministrativi e personale sanitario, formate in loco. Il primo Paese ad accogliere i medici del Bambino Gesù, nel corso degli anni 80, per dirigere il reparto di Pediatria dell’Ospedale Regina Elena di Asmara, fu l’Eritrea. Da questa esperienza nacque l’idea di una presenza stabile e istituzionalizzata che passasse anche attraverso accordi con i governi locali. Oggi l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù può contare su un servizio che gestisce e coordina l’attività sanitaria in ambito internazionale, impegno cresciuto esponenzialmente soprattutto nell’ultimo decennio.

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