giovedì 22 ottobre 2020
Oggi iniziative di sensibilizzazione su una problematica che, soltanto in Italia, riguarda più di un milione di persone
Balbuzie, parlarne per sconfiggerla
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Riguarda più di un milione di italiani ma è un argomento ancora tabù nelle famiglie e anche nella società. La balbuzie, di cui oggi di celebra la Giornata internazionale di consapevolezza, è invece un problema legato direttamente alla socialità delle persone che ne soffrono e che, troppo spesso, fanno ancora fatica a superare lo stigma, i pregiudizi e i luoghi comuni che le circondano. Finendo per chiudersi in se stesse, rinunciando ad esprimersi per la paura che le parole inciampino nella lingua prima di essere pronunciate. Soprattutto per questa ragione, è necessario parlarne, come ricorda l'attore Pino Insegno, testimonial della Giornata.

«La balbuzie - afferma Chiara Comastri, psicologa ex balbuziente e fondatrice del metodo Psicodizione - non è un fatto privato, di cui vergognarsi e tacere. La balbuzie è un problema che può essere risolto e il primo passo per fare questo è parlarne, far cadere il velo di impotenza che si crea in famiglia, a scuola o sul lavoro. Per una persona che balbetta, il silenzio può essere molto più preoccupante dell’eloquio, poiché è nel silenzio che può nascere la paura di bloccarsi e del giudizio altrui», conclude l'esperta che, per domenica, ha promosso il webinar “Balbuzie: possiamo parlarne”.

L’emergenza sanitaria da Covid-9 ha, inoltre, contribuito ad accentuare le difficoltà nei bambini e nei ragazzi con problemi di linguaggio e di relazione. Il lockdown, prima, e il distanziamento fisico poi hanno, infatti, segnato la brusca interruzione delle relazioni sociali, della routine quotidiana: le lezioni in classe, l’incontro con i compagni, lo sport e le attività ricreative. Nel giro di poco tempo tutte le abitudini considerate “normali” sono state stravolte, le relazioni umane limitate e lo spazio vitale drasticamente ristretto.

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