lunedì 5 dicembre 2016
Il presidente della Cei: momento di grande responsabilità
Bagnasco: è l'ora di camminare insieme
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«Adesso è il momento di una grande responsabilità, a tutti i livelli. È l'ora di camminare insieme». Lo ha detto il presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco, a margine delle celebrazioni di Santa Barbara, commentando l'esito del referendum.

Alla domanda se il voto avesse spaccato l'Italia Bagnasco ha sottolineato: «Cerchiamo di camminare insieme».

La cattedrale di San Lorenzo a Genova oggi era gremita di divise e uniformi per la Messa celebrata dal cardinale Angelo Bagnasco in occasione della ricorrenza di Santa Barbara, patrona di vigili del fuoco, capitaneria di porto, marina militare ed artificieri.

«È importante non dimenticare i nostri santi - ha detto nell'omelia il cardinale - non per convenzione, abitudine o superstizione ma per la convinzione che sono nostri compagni di vita ci sostengono ogni giorno. È questo il senso del pregare e festeggiare i santi». Il cardinale ha poi dato il benvenuto al nuovo cappellano militare, don Fabio Pagnin, che ha preso il posto del compianto Gianni Denegri: «Lui ora vi guarda e protegge dal paradiso» ha detto il cardinale rivolto ai tanti vigili del fuoco e militari della guardia costiera presenti nella cattedrale insieme ai vertici dei due corpi e ai rappresentanti delle istituzioni e degli enti locali.

L'Osservatore Romano: strada impervia per uscire dalla crisi

«Il referendum e la campagna che l’ha preceduto hanno confermato le peculiarità di un paese ora diviso, nel quale a unire è semmai una comune diffidenza reciproca che si traduce in una stasi poco feconda sia sotto l’aspetto dell’azione di governo sia sotto quello del processo di riforma dello Stato». Così scrive l'Osservatore Romano nella sua analisi post referendum.

«Se, dunque, le strade per uscire da quest’ultima crisi appaiono ben segnate, il terreno però appare piuttosto impervio. Lo scenario, come accennato, potrebbe complicarsi se la componente del Pd che ha sostenuto fino a questo momento Renzi decidesse di non accettare di mantenere in vita la legislatura - si legge ancora sul quotidiano della Santa Sede -. Il confronto nel partito, del resto, ha assunto negli ultimi mesi toni talmente aspri da rendere non più così improbabile anche l’ipotesi di una scissione. Si tratterebbe di un evento che complicherebbe molto il compito del presidente della Repubblica, il quale, Costituzione alla mano e in un “clima rispettoso e sereno”, verificherà anzitutto se ci sono le condizioni politiche per andare avanti con questo Parlamento, prima di sciogliere le Camere per elezioni anticipate».

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