giovedì 1 gennaio 2015
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Un lavoro così, su Milano non si era mai fatto. Il Comune dovrà rifletterci sopra e approfondirlo. Noi di certo lo presenteremo ai nostri sindaci, sollecitando esperimenti del genere in ogni comunità locale». Sono parole a caldo di Angela Fioroni, segretaria regionale di Legautonomie: l’associazione di Comuni, Province, Regioni e Comunità montane in prima linea contro l’azzardo. Perché non si rinnovano molti bar di corso Buenos Aires? Per la verità non solo quelli, e i nostri amministratori lo sanno. I locali con le macchinette investono sempre meno sulla loro attività principale, e confidano sempre più nei ricavi dell’azzardo. Alcuni hanno addirittura eliminato ristorazione e servizio, che costano. Così risparmiano, ma alla fine a rimanere sarà solo la clientela delle slot. Dunque diventeranno delle sale giochi camuffate? Con tutto quello che ne consegue.

Per esempio? Quello che è successo in zona Marghera: quando è stata aperta una sala giochi, i negozianti non si sono opposti perché pensavano che portasse gente. Alla fine gli appartamenti del condominio in cui è inserita si sono svalutati non poco, e il commercio nella via ha subito un evidente degrado. I luoghi dell’azzardo, a Milano, coincidono con quelli della delinquenza? In parte, ma non solo a Milano. Le Procure stanno evidenziando un po’ ovunque che il gioco crea circoli viziosi di piccola o grande criminalità. Eloquente in questo senso è l’esperienza di Bassano del Grappa: il Comune ha predisposto le mappe delle slot, poi le ha passate alle Forze dell’ordine. Ebbene: al momento dei controlli, 9 giocatori su 10 eran pregiudicati. I Comuni lombardi stanno seguendo l’esempio vicentino? Una mappa dell’azzardo esiste anche a Brescia, ma ancora non è stata confrontata con quella del crimine. Bisogna però considerare che la maggior parte delle amministrazioni non si è ancora mossa in questo senso. Poi trovi invece casi come quello di Lissone, in cui sindaco e consiglieri hanno personalmente intervistato i negozianti per capire le diverse motivazioni pro e contro le macchinette nei locali. Su cosa punterà Legautonomie nel prossimo anno? Certamente a sensibilizzare i sindaci sull’importanza di geolocalizzare azzardo e reati, e poi cercheremo di aumentare sempre più gli incentivi per gli esercenti che rifiutano l’azzardo. Incentivi economici, come per esempio tassazioni agevolate. Ma anche incentivi morali: il marchio “no slot” ideato dalla Regione e la vetrofania della campagna “Mettiamoci in gioco” che ci vede collaborare con varie associazioni.

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