mercoledì 14 ottobre 2015
Si vuole anche vietare la pubblicità. Ma è polemica, M5s accusa il Pd di avere fatto scrivere il suo ddl da un esponente dei Monopoli.  Il Pd: dietrologia. La reazione della "Campagna mettiamoci in gioco".
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L'Aula del Senato ha dato il via libera, per alzata di mano, alla richiesta di dichiarazione d'urgenza di 5 ddl sui "giochi d'azzardo" depositati in Senato. Dovranno avere la precedenza ed essere discussi quanto prima. Si tratta di provvedimenti presentati da M5s, Pd, Lega, Misto-Idv, FI. Il presidente di turno, Roberto Calderoli ha spiegato che "tutti i provvedimenti con contenuti analoghi sono ritenuti connessi". I testi da discutere riguardano anche il divieto di pubblicità per i giochi con vincite in denaro. Ma in aula è però subito scoppiata la polemica. A sollevare l'irritazione dei senatori M5S, firmatari di un ddl sul riordino delle norme sui giochi d'azzardo è stata la decisione della presidenza di affiancare, nella dichiarazione di urgenza il ddl Mirabelli (Pd) a quello Endrizzi (M5S). "Il Movimento 5 Stelle a norma dell'articolo 77 del regolamento del Senato ieri ha presentato la richiesta di discussione urgente del disegno di legge per l'abolizione della pubblicità sul gioco d'azzardo - ha spiegato Endrizzi -. Un disegno di legge chiaro e breve abbinato a quello analogo trasversale della collega Albano. Un disegno di legge appoggiato da tutte le associazioni no-slot che hanno chiesto l'approvazione urgente di questo singolo provvedimento da parte del Parlamento. Questa mattina il senatore Mirabelli (Pd) con l'aiuto della vice presidente del Senato Fedeli contro i regolamenti del Senato (la proposta andava discussa nella seduta successiva senza possibilità alcuna di abbinamento) ha voluto abbinare e discutere questo disegno di legge per l'abolizione della pubblicità sull'azzardo con il suo disegno di legge sul settore giochi che è nato invece per mano da Italo Volpe, dirigente dei Monopoli come provato nei mesi scorsi da denunce giornalistiche e politiche. Un gioco sporco per cercare di inquinare un disegno di legge sano e nato dal basso con un disegno di legge contraddittorio e a favore delle lobby e che non c'entra nulla con quello del M5S e del fronte anti-slot". Successivamente a queste dichiarazioni il presidente Calderoli ha precisato che "tutti i provvedimenti con contenuti analoghi sono ritenuti connessi" in ordine alla sola dichiarazione d'urgenza, senza peraltro determinare una connessione nel merito dei testi che vanno valutati dalle commissioni competenti. Il clima rischia di riscaldarsi ulteriormente. "Sono molto soddisfatto che si sia decisa al Senato la calendarizzazione di tutti i progetti di legge che riguardano il riordino del settore dei giochi - replica il senatore del Pd Franco Mirabelli, primo firmatario di un disegno di legge del Pd in materia di giochi -. È la strada che metter à tutte le commissioni in condizione di lavorare al meglio per affrontare in maniera complessiva una materia importante. Serve fare in fretta perchè il tema ha tantissime implicazioni: oltre la questione del divieto di pubblicità su cui c'è ampia condivisione, esistono questioni sociali, economiche e di legalità che hanno bisogno di essere risolte con regole precise e concrete. Il senatore Endrizzi mi accusa di essere promotore di una proposta che sarebbe il cavallo di Troia delle lobby dell'azzardo. Io spero che la fase delle dietrologie infondate finisca e che si entri nel merito dei disegni di legge. La nostra proposta, oltre a porre la questione del divieto di pubblicità, riduce da 300mila a 200mila le slot nei locali pubblici, garantisce trasparenza al settore, attribuisce funzioni chiare agli enti locali in materia di regolamentazione del gioco, introduce nuove regole contro il riciclaggio e dà certezze al settore. Il resto è propaganda". Le reazioni Quanto accaduto in Senato non è piaciuto alla "Campagna Mettiamoci in gioco", che si batte contro il dilagare dell'azzardo. Il coordinatore di Mettiamoci in Gioco, don Armando Zappolini, esprime a nome della Campagna la forte contrarietà a questa procedura: “Una procedura che mette a rischio la rapida approvazione del divieto di pubblicità”. La Campagna Mettiamoci in gioco chiede, quindi, con forza che la Presidenza del Senato eviti l'abbinamento visto che le leggi erano state assegnate a diverse commissioni. “Riteniamo che quanto avvenuto questa mattina in Senato non aiuti il raggiungimento di un primo, importantissimo, obiettivo sul problema del gioco d’azzardo. Le associazioni che aderiscono alla nostra Campagna hanno definito come loro priorità l’approvazione di una norma che introduca il divieto totale di pubblicità, diretta e indiretta, del gioco d’azzardo su tutti i media. Questo obiettivo può e deve essere raggiunto in tempi rapidi e su questo, come associazioni, valuteremo la volontà del Parlamento di affrontare seriamente e in maniera trasparente il fenomeno. Diciamo no a qualsiasi procedura che rischi di non farci raggiungere il nostro obiettivo in tempi rapidi!”.
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