mercoledì 5 ottobre 2016
Sulle maglie delle squadre nazionali di calcio debutta il logo di Intralot, uno dei maggiori concessionari di gioco d'azzardo. L'accordo annunciato dalla Figc. Si indignano le associazioni aderenti a «Mettiamoci in gioco» e i parlamentari impegnati: «Rischia di vanificare i divieti alla pubblicità tv». (Antonio M. Mira)
Sponsor degli Azzurri? Scommesse e slot
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L’azzardo finanzia gli Azzurri. Sponsor delle Nazionali di calcio sarà, infatti, Intralot, uno dei maggiori concessionari di slot e scommesse d’Italia e tra le principali società del settore nel mondo. L’incredibile decisione, che potrebbe vanificare il recente e parziale divieto di pubblicità dell’azzardo in tv, è stata annunciata dalla Federazione Italiana Gioco Calcio dopo la firma della convenzione, una partnership, ha sostenuto il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, «incentrata sui valori visto che una parte dell’accordo prevede l’impegno in attività sociali».Sulla stessa linea la spiegazione del direttore generale della Federazione, Michele Uva, secondo il quale Intralot «è un marchio con cui abbiamo trovato subito affinità di valori, con l’intenzione di creare un percorso socio-educativo per combattere la ludopatia». Durissimo il commento delle associazioni. La Consulta nazionale antiusura e il Cartello 'Insieme contro l’azzardo' parlano di «una sponsorizzazione che, con la figlia di fico dell’espressione gioco responsabile, promuove pubblicamente il marchio di un concessionario dell’azzardo di Stato» denunciando «l’espediente per eludere » il divieto di pubblicità e anche «la pericolosa confusione che si genera tra gioco e azzardo », soprattutto tra i giovani. «Un’evidente scorrettezza», accusa. «Non tutti – aggiunge la Consulta – hanno la capacità di discernere il gioco che socializza e l’azzardo che induce alla compulsività, all’accanimento, all’isolamento e alla sete di guadagno facile». 'Mettiamoci in gioco', la Campagna nazionale contro i rischi dell’azzardo, chiede alla Figc «di rigettare l’accordo con Intralot», domandando «quali siano i valori che il calcio condividerebbe con il gioco d’azzardo e se bastino un po’ di soldi in 'progetti di pubblica utilità' per accettare la sponsorizzazione di una società che promuove un business talmente rischioso per i singoli cittadini e per la collettività che non meriterebbe certo di essere associato alla maglia della Nazionale». Anche queste associazioni segnalano che mentre si sta discutendo del divieto assoluto di pubblicità «la Figc decide di andare in direzione opposta, fornendo una vetrina prestigiosa a un fenomeno che produce gravi danni sociali e sanitari».Non meno duri i senatori del Pd, Franco Mirabelli, capogruppo in commissione Antimafia e primo firmatario del ddl di riordino del settore dell’azzardo, e Stefano Vaccari, responsabile del comitato della commissione sul 'gioco' legale e illegale. I due parlamentari parlano di «accordo inaccettabile» che «è come allearsi con il lupo per educarlo a non mangiare Cappuccetto rosso» e anche loro chiedono alla Figc «di ripensare questa scelta scellerata e di fare dietrofront». Ricordando, oltretutto, che Intralot «si è da poco fusa con Gamenet, una società che di fatto gestisce in quota maggioritaria il gioco d’azzardo legale in Italia, ma che è anche stata oggetto di inchieste in materia di gioco illegale e antiriciclaggio». Dunque, denunciano, «le nostre Nazionali rappresentano valori di tutt’altro tenore e per questo Figc deve al più presto tornare sui propri passi».Sulla questione della pubblicità attacca Lorenzo Basso, coordinatore dell’intergruppo parlamentare sui temi dell’azzardo, primo firmatario di una delle proposte di legge. «Questo accordo è davvero scandaloso – accusa il de- putato del Pd –. Questa è la dimostrazione che non basta affidarsi al buonsenso e serve l’approvazione immediata della proposta di legge che è bloccata tra Camera e Senato. Alla Camera è stata sottoscritta da più della metà dei deputati ma non viene calendarizzata. Se avessimo quella legge, che è la stessa per il fumo, questo accordo non sarebbe stato possibile. È la dimostrazione che serve il divieto totale. Anche delle sponsorizzazioni. Non si può più fare i timidi perché usano qualunque meccanismo per aggirare i divieti». Anche lui spera «che ci sia un passo indietro. Chi ha la responsabilità di rappresentare il nostro Paese in uno degli sport più seguiti, dovrebbe avere la capacità di capire che ci sono degli sponsor che vanno evitati a prescindere».«Una scelta semplicemente squallida far sponsorizzare le squadre della nostra bandiera italiana ad una multinazionale dell’azzardo» è il duro commento di Filippo Torrigiani, coordinatore del gruppo di lavoro sull’azzardo di Avviso pubblico e consulente dell’Antimafia. «Purtroppo – prosegue – è in linea con l’atteggiamento di alcuni campioni del mondo calcistico che per l’ingordigia del guadagno, invece di trasmettere messaggi positivi al tessuto sociale, dedicano del tempo ad invogliare gli italiani a giocare d’azzardo. Intervenga subito il Governo».E al governo si appella anche Paola Binetti di Area popolare. «Avremo un’offerta pubblicitaria di gioco d’azzardo a tutte le ore del giorno e della notte, con la massima capacità di attrazione tra giovani e meno giovani. Immagino le partite di calcio interrotte dalla pubblicità del gioco d’azzardo; gli striscioni in bella vista costante durante tutta la partita, coppe, maglie e gadget… alla fantasia pubblicitaria dell’azzardo non c’è limite! È il massimo dell’ipocrisia che si potesse immaginare tra un governo che, mentre sostiene di voler ridurre l’offerta di gioco, nello stesso tempo avalla un’operazione speculativa di queste dimensioni». Così la parlamentare centrista denuncia «questa forte mistificazione del gioco più amato dagli italiani agganciato ad una concessionaria che ha sulla coscienza il gioco più rischioso che ci sia. È francamente ambiguo sostenere che questa partnership rappresenta un progetto culturale fondato su valori condivisi tra sport e azzardo! Peccato che la pubblicità che l’azzardo si farà in questo modo ha ben poco a che vedere con i valori degli Azzurri: spirito di squadra, onestà, responsabilità, rispetto e ricerca dell’eccellenza… Per cui le parole del presidente della Figc, Carlo Tavecchio, risultano particolarmente stridenti. Non credo proprio che la nazionale di calcio abbia bisogno di questo tipo di sponsorizzazione che trascina con sé una serie di immagini critiche e ad alto rischio!»
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