venerdì 13 marzo 2015
​In cinque anni la percentuale dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni è scesa dal 47 al 39% in base ad un'indagine del Cnr. Merito della prevenzione, preoccupa il gioco on-line e la solitudine che comporta.
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Finalmente una buona notizia sul fronte del gico d'azzardo: in netto calo i ragazzi che si affacciano nel pericoloso mondo di scommesse e slot machine. La percentuale di giovani di 15-19 anni che giocano d'azzardo è scesa dal 47% del 2009-2011 al 39% del 2014 e si è anche ridotta la quota di studenti-giocatori con un profilo definito "a rischio" o "problematico". Sono alcuni dei dati che emergono dallo studio Espad Italia, condotto dai ricercatori del Reparto di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, che ha coinvolto oltre 30mila studenti. In termini assoluti, sono stati oltre 900mila gli studenti che hanno giocato d'azzardo almeno una volta nello scorso anno, contro gli 1,1 milioni del 2009-2011. Quelli "a rischio" o "problematici" sono poco più di 170mila, il 7% di tutti gli studenti, mentre fino al 2011 rappresentavano l'11%. In ordine di preferenza, seguono scommesse sportive (49%), bingo e tombola (33%), totocalcio (28%). Non mancano coloro che giocano a carte (24%) e al video poker o slot (14%). Circa tre quarti dei giovani ha speso non più di 10 euro nel mese antecedente lo svolgimento dello studio, mentre il 18% ha speso tra gli 11 e i 50 euro e l'8% oltre 50 euro. Dov'è possibile giocare? In generale, vanno per la maggiore bar/tabaccherie (44%) e sale scommesse (29%) ma ben il 35% gioca d'azzardo a casa propria o di amici e il 17% on-line: nel 2013, erano il 9%. "Si deve prestare particolare attenzione a questa ultima modalità", osserva Molinaro, "il gioco praticato in solitudine e in alcuni casi utilizzando un'identità falsa e una moneta virtuale, senza il controllo dei genitori, nè vincoli di orario, di spazio o di tempo". I giovani giocatori "problematici" prediligono i giochi a vincita immediata e preferiscono frequentare sale scommesse (51%), sale giochi (30%), bingo (13%) e casinò (10%): ben il 53% gioca on-line. Altro aspetto che li contraddistingue è, ovviamente, la spesa sostenuta: nel mese precedente lo svolgimento dello studio, uno su 4 ha speso oltre 50 euro, cifra spesa dall'1% dei giocatori sociali. Con riferimento alla distribuzione geografica, sono le regioni meridionali e il Lazio a far registrare nell'ultimo anno prevalenze di giocatori superiori alla media nazionale, con valori compresi tra il 44,8 e il 49,3%; le regioni del nord, ad eccezione della Lombardia, sono al di sotto (29,5-32,8%) mentre Lombardia e centro, Lazio escluso, si allineano al valore nazionale (32,9-44,7%). Le regioni con le percentuali di giocatori a rischio superiori alla media sono per lo più al centro-sud: Lazio, Basilicata, Abruzzo, Molise, Campania e Sicilia. "Sono risultati molto positivi", sottolinea Sabrina Molinaro, dell'Ifc-Cnr, responsabile dello studio, "merito da attribuire almeno in parte agli interventi di educazione al gioco e prevenzione della dipendenza da gioco portati avanti nelle scuole superiori: gli istituti scolastici che hanno attuato interventi su questo specifico tema sono infatti aumentati dal 4% del 2008 al 16% nel 2014. Ed è ancora più importante come all'aumentare della prevenzione corrisponda una diminuzione dei giovani giocatori problematici e soprattutto a rischio". Secondo lo studio sono più attratti i maschi che le coetanee (49% contro 30%): a scommettere soldi sono soprattutto i maggiorenni (43% tra i 18enni e 46% tra i 19enni), anche se ha giocato d'azzardo quasi un terzo dei 15enni, nonostante la legge italiana lo vieti ai minorenni. In testa si collocano i 'gratta e vincì (71%), in diminuzione rispetto al 2012 quando a preferirli era il 77%. "Attualmente sono ben 60 le tipologie, diversificate per prezzo e tipo di vincita, disponibili nei posti più comuni e frequentati anche dai ragazzi, come i bar, gli autogrill, i supermercati o i distributori automatici installati presso i centri commerciali", ricorda Molinaro.
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