martedì 16 giugno 2015
L’organismo antiusura al ministro Lorenzin: da 20 anni impegnati contro il fenomeno.
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Venti anni di attività e di impegno ininterrotti, in tutta Italia, per arginare i problemi causati dalla crescita esponenziale del gioco d’azzardo legale e illegale - tra i quali il ricorso all’usura -, oltre a una lunga collaborazione con le istituzioni, indurrebbero a credere in una presenza stabile della Consulta nazionale delle fondazioni e associazioni Antiusura "Giovanni Paolo II" all’interno dell’"Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave", istituito un mese fa. Ma tant’è. In assenza di inviti, ci ha pensato direttamente il segretario nazionale della Consulta, monsignor Alberto D’Urso, a sollecitarne la partecipazione con una lettera al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Con la missiva, D’Urso chiede un incontro istituzionale per esporre le ragioni della richiesta.«La Consulta – scrive – ha colto per prima il cambiamento in negativo che si è venuto profilando fin dalla metà degli anni Novanta di famiglie indebitate finite in usura, perché uno o più congiunti avevano contratto la dipendenza da consumo di azzardo». Ancora, «per prima, la Consulta ha denunciato la perversa sinergia tra l’incremento improvviso dell’offerta "monopolistica" pubblica di azzardo e le modalità delinquenziali di controllo di scommesse, slot-machine, giochi di carte, rivelando l’arruolamento al consumo di azzardo delle fasce più svantaggiate della popolazione e via via segmenti sempre più vasti della società italiana. Siamo sempre intervenuti con particolare fermezza – si legge ancora nel testo di D’Urso –, allorquando il legislatore intendeva via via procedere a espandere l’offerta di "gioco pubblico con alea e con posta in denaro"».Eppure, esperienze di lavoro comune con le istituzioni, a questo organismo, non mancano di certo. Visto che dal 2001, a più riprese, nelle commissioni di Camera e Senato sono state depositate memorie, ricerche, pareri, elaborati, provenienti dagli esperti delle 28 fondazioni affiliate distribuite in tutta Italia. Nella passata legislatura, per esempio, per due volte la Consulta ha offerto alla commissione parlamentare Antimafia ricerche approfondite sul fenomeno e successivamente estese anche a quella Affari sociali della Camera. Da tre anni e mezzo è inoltre operativo il "Cartello contro l’azzardo" che vede la collaborazione, oltre che delle 28 fondazioni, anche di 200 centri di ascolto di varie associazioni, anche nazionali, molti dei quali si occupano di gioco d’azzardo patologico. Modelli e lavoro di cui ha fatto tesoro anche il Dipartimento Politiche antidroga nell’emanazione delle linee guida dedicate del 2013.L’attenzione per i soggetti in difficoltà è richiamata da D’Urso. «All’Udienza del Santo Padre del 20 gennaio scorso in San Pietro – si legge nella lettera a Lorenzin –, la Consulta ha incluso nelle delegazioni di ogni parte d’Italia anche sessanta ex giocatori d’azzardo, impegnati in programmi terapeutici dei nostri centri in ogni regione». Un patrimonio di competenze enorme, dunque, che andrebbe valorizzato.
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