martedì 18 marzo 2014
Le probabilità di vittoria sono infinitesimali: la dimostrazione di due giovani scienziati
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«Il banco vince sempre» lo insegna la statistica. Ma la matematica resta patrimonio di pochi e così in tanti si indebitano e rovinano la propria esistenza nella speranza di vincere al Superenalotto, alle slot machines nei bar…. Questa sera alle 18.45 all’Arsenale della Pace di Torino, per il ciclo di incontri dell’“Università del dialogo”, due giovani Paolo Canova, matematico, e Diego Rizzuto, fisico, spiegheranno come la matematica possa diventare un «antidoto logico» per creare consapevolezza intorno al gioco d’azzardo e svelare quel che le pubblicità e i titoli trionfalistici dei media legati alle vincite non dicono.«In realtà – spiega Paolo Canova – abbiamo iniziato per il desiderio di comunicare quanto la matematica sia appassionante e alla base di tantissime applicazioni che ci toccano da vicino. Tra queste applicazioni ci sembrava particolarmente interessante nel campo della statistica e della probabilità indagare il mondo del gioco d’azzardo e così dal 2009 è nata la campagna “Fate il nostro gioco” che spiega come funzionano le varie possibilità di gioco e dà indicazioni sulle effettive, calcolate, probabilità di vincita nei vari giochi». Anzitutto da un punto di vista matematico viene spiegato dai due giovani proprio il perché dell’affermazione «il banco vince sempre» e che questo avviene, con margini diversi, davvero in tutti i giochi d’azzardo, nessuno escluso. «Quello che cambia – spiega Canova – è al massimo la percentuale di vincita che il banco decide di trattenersi. Parliamo di margine di guadagno del banco che per le slot dei bar è pari al 26%, per quelle cosiddette di “ultima generazione” che si trovano nelle sale slot del 15%, e del 3% circa per le roulette dei casinò».Spesso ciò che manca in chi si accosta all’azzardo è anche il concetto stesso di bassa probabilità di vittoria. «Si sa che sono pochi quelli che vincono – prosegue – ma spesso inganna il fatto di non riuscire a cogliere effettivamente cosa significhi quel “pochi”, che nel caso di una giocata al Superenalotto è uno su 622.614.230. Allora è importante avere degli esempi che ci aiutino e per questo nelle nostre serate, tra le altre cose, facciamo una simulazione con dei fac-simile delle schede del Win for Life, facciamo sperimentare il gioco e poi facciamo alzare chi in platea ha effettivamente vinto e questo ogni volta sorprende, così come quando per confronto diciamo che la probabilità che il nostro pianeta nel 2068 sia colpito da un asteroide è una su 440 mila».A “ingannare” sulle reali percentuali di vittoria anche un altro “trucco” svelato dai giovani: nei Gratta e Vinci ad esempio è di nuovo il banco a determinare non solo quante vincite, ma anche di che importo saranno, in modo da essere vantaggioso e accattivante. «Accade, per esempio, che in media ne “Il miliardario”, uno dei Gratta e vinci più diffusi, su 10 biglietti 4 siano vincenti, ma di questi ogni 10, 9 portino in realtà a una vittoria nulla perché pari all’importo speso per il biglietto (5 euro) o di poco superiore (10 euro), così da dare la sensazione di vittoria e spingere a reinvestire o incrementare la cifra vinta». Se la pubblicità del gioco d’azzardo punta oggi molto sui giovani con modelli accattivanti, ecco che il messaggio di Canova e Rizzuto è risvegliare con passione la genialità dei ragazzi perché con un po’ di matematica non si lascino ingannare e magari possano anche scoprire che attraverso un uso consapevole dei numeri ci si può davvero divertire in tanti campi diversi.
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