giovedì 19 dicembre 2013
​Nel decreto "salva Roma" licenziato dal Senato una norma che penalizza le amministrazioni che vogliono limitare le sale gioco. (Antonio M. Mira)
Renzi: un pasticcio, pronti a intervenire
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Limiti le slot? Ti taglio i fondi. E’ l’incredibile norma approvata dal Senato coi voti dell’attuale maggioranza e l’appoggio del governo. E’ contenuta nel cosiddetto “decreto salva Roma”, che ha avuto ieri il “via libera” di Palazzo Madama, e intende bloccare o frenare le leggi regionali e le delibere comunali che vorrebbero limitare il gioco d’azzardo, attraverso una riduzione del trasferimento dei fondi statali.

La norma è contenuta in un emendamento presentato dalla senatrice Federica Chiavaroli, vicepresidente del gruppo del Nuovo centro destra ma, come spiega lei stessa, “su richiesta esplicita del ministero dell’Economia”. E votata oltre che da Ncd anche da Scelta civica e dal Pd (contrari Fi, Lega e M5S), anche se il segretario Matteo Renzi è poi successivamente intervenuto assicurando una correzione a chi gli chiedeva il perché del voto a favore: “Non posso spiegarlo perché è inspiegabile. Ho chiesto al Pd di rimediare”.

L’emendamento prevede che “qualora interventi legislativi regionali ovvero regolamentari di autonomia degli enti territoriali, aventi ad oggetto misure in materia di giochi pubblici riservati allo Stato non coerenti con l’assetto regolatorio statale di settore, determinino nel corso dell’esercizio finanziario minori entrate fiscali ovvero maggiori spese statali, anche a titolo di eventuale risarcimento del danno nei riguardi dei concessionari statali per la gestione della raccolta dei giochi pubblici, a decorrere dall’esercizio finanziario successivo sono attuate riduzioni degli ordinari trasferimenti statali a favore delle regioni ovvero degli enti locali che hanno deliberato tali interventi in misura corrispondente all’entità delle predette minori entrate ovvero minori spese”. Una chiara pressione su regioni e enti locali e non intervenire. Anche se dopo i primi interventi critici sia Ncd che Pd annunciano proposte di “tavoli” per armonizzare le competenze e evitare così di dover applicare la norma.          

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