venerdì 25 novembre 2016
Approvati senza passare per una votazione e soltanto come raccomandazioni gli odg di Basso (Pd) sulla pubblicità e Binetti (Ap) sulle sale slot. Bocciato quello del M5S
Passano gli ordini del giorno. «Ma serve intervento normativo»
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Ci hanno riprovato. I parlamentari attivi nell’Intergruppo sul gioco d’azzardo hanno cercato di mettere un punto fermo sulla questione del divieto totale alla pubblicità e sull’organizzazione delle sale slot, attraverso degli ordini del giorno alla legge di Bilancio. Questi sono sì passati, ma soltanto sotto forma di raccomandazione, in blocco con tutti gli altri. Un impegno che ha ottenuto, dunque, un risultato poco più che simbolico. Mentre i Cinque Stelle, che hanno insistito perché l’Aula di Montecitorio votasse sul loro distinto odg in materia, lo hanno visto respingere. Hanno avuto via libera, invece, quello del deputato dem Lorenzo Basso e quello di Paola Binetti (Ap). Il primo puntava a impegnare il governo a riparare alla "decisione di non decidere" assunta giovedì dalla Commissione Bilancio in materia di pubblicità. Il secondo a fare chiarezza sulla concentrazione di macchinette mangiasoldi in luoghi che si configurano come veri e propri "mini-casinò".

Questo mentre con i Comuni il governo discute da tempo di ridurle e di dove dislocarle. Non si dice pienamente soddisfatto Basso, il cui odg è stato sottoscritto da più di 30 colleghi. L’auspicio, spiega, è che «si arrivi ad approvare un emendamento o una proposta di legge come quella che giace alla Camera da un anno e mezzo». Come appunto invita a fare l’odg. Insomma, a tradurre il tutto in atti aventi valore di legge. Binetti giudica l’approvazione sotto forma di raccomandazione un ulteriore rinvio sine die e si chiede come mai il governo,che pure nella manovra ha avuto attenzione per tante situazioni, «sull’azzardo fa come le tre scimmiette: non vede, non sente e non parla. Pier Paolo Baretta (sottosegretario all’Economia, ndr) ogni giorno dice "faremo", ma alla fine non si arriva mai a decidere».

Sul mancato voto all’emendamento M5S sul divieto di pubblicità sono intervenute anche la Consulta Antiusura e il cartello "Insieme contro l’azzardo", che esprimono «disappunto e sdegno» per quanto avvenuto. Per il presidente della Consulta monsignor Alberto D’Urso «il mondo politico e istituzionale del nostro Paese ancora una volta ha privilegiato gli interessi particolari, affaristi e lobbisti ai diritti delle persone a vivere in un Paese civile e democratico, in cui dignità e libertà personale sono protette e rispettate». Attilio Simeone, coordinatore nazionale di "Insieme contro l’azzardo", denuncia che «al numero esorbitante di vittime dell’azzardo ora si aggiungono quelle create dall’indifferenza della politica».

Le associazioni sottolineano come l’azzardo sia il terreno di coltura per l’usura e fonte di dissipazione della ricchezza, rallentando così l’uscita del Paese dalla crisi. A ciò si aggiungono i danni per la tenuta sociale e quelli psicologici, dovuti all’illusione della vincita facile. «Opinione malsana - proseguono le associazioni - che si diffonde soprattutto con una pubblicità pervasiva e martellante che in molti casi viola le fasce orarie in cui non dovrebbe essere reclamizzata, il tutto nel silenzio assordante della politica e delle istituzioni che dovrebbero vigilare».

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