sabato 7 agosto 2010
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È il 20 febbraio di quest’anno. Una fiammante Porsche sfreccia sulla A1 in direzione nord, da Lodi verso Milano, alla velocità media di 276 km orari, superando di gran carriera stuoli di automobilisti, sconcertati dal rombo in arrivo. Povere lumache, ridacchia il novello campione di Formula uno mentre se li lascia alle spalle in pochi decimi di secondo. Ma non ha fatto i conti con l’inflessibile "giustiziere" elettronico, impietoso verso i temerari come lui: senza batter ciglio, infatti, le spire elettroniche e le telecamere del Tutor piazzate sulla tratta Lodi-Milano registrano la sua velocità, quelle della postazione successiva la confermano e tracciano la media. E qualche tempo dopo, una salatissima multa gli viene recapitata a casa, bella fresca, corredata da una cospicua sottrazione di punti patente. La vicenda è una delle tante che affiorano dagli archivi informatici della Polizia stradale, dove sono custoditi i dati sul funzionamento del "tutore elettronico" che, dal 2005 in poi, vigila sul rispetto delle norme che regolano la velocità dei veicoli. «Con un certo successo - spiega un funzionario della Polstrada -, come dimostrano le percentuali di calo degli incidenti e del numero di vittime. Si sta rivelando un ottimo deterrente, perché responsabilizza la maggior parte dei guidatori. E sanziona i più spericolati…».Dimezzati i morti in autostradaIn Italia, il sistema dei Tutor è entrato in funzione nel dicembre del 2005. All’inizio, c’era qualche sparuta postazione su A4, A13 e A14 adriatica. Poi, via via, sono aumentate. Oggi, spiega la Stradale, «i portali attivi sono 278, con 2.400 km di carreggiata coperti. Da quando sono entrati in funzione, hanno permesso di redigere un milione e 700mila verbali. E l’effetto "deterrenza" delle sanzioni fa registrare un calo del tasso di mortalità, nelle zone in cui l’occhio elettronico è attivo, del 51%, una riduzione degli incidenti con feriti del 27% e degli scontri in generale del 19%». Non solo: l’impiego di quel tipo di tecnologia, aggiungono i tecnici della Polstrada con calcoli degni di Archimede, «con le sue ore di funzionamento totali, oltre 647mila per tutte le postazioni, ha assolto un lavoro per il quale sarebbero servite 74.240 pattuglie».Martedì rossoA spulciare i dati con attenzione, emergono anche diverse curiosità: «il giorno della settimana nel quale si registra, in media, il maggior numero di verbali (230mila circa) è il martedì, nel quale si accumulano a livello burocratico tutti gli eccessi del week end». Oppure si annota che un solo tutor, ma la Polstrada non vuole rivelare quale, ha emesso ben «1.700 multe in un solo giorno». Nella moltitudine dei contravventori, la maggior parte è di sesso maschile (76%), a fronte di un 24% di donne, a dimostrazione che il tutor, almeno quello, piace alle signore. L’età media dei multati, infine, non neppure giovanissima, ma oscilla fra i 38 e i 45 anni, a dimostrazione che la saggezza, almeno al volante, non arriva per forza con lo spuntare delle prime ciocche brizzolate. Nuove tratte entro il 2010Agli spericolati che non gradiscono il nuovo sistema, tuttavia, non resta che rassegnarsi. Presto, infatti, spunteranno postazioni anche su  altre tratte: «Ventidue, per la precisione, entro dicembre del 2010». Fra di esse, la A8 Milano-Varese (fra Busto Arsizio e Legnano, sia in direzione nord che sud), sulla A6 Torino-Savona (da e verso Pione, ad esempio), sulla A23 Trieste-Tarvisio (da Ugoviza ad Udine e viceversa). L’intento è quello di estendere la rete di tutor, dove la conformazione delle strade lo permetterà, anche ad alcune statali con un alto tasso di veicoli, come la Romea, l’Aurelia e la Domiziana: «Gli obiettivi sono di far scendere il numero degli incidenti e rendere più scorrevole il traffico - scommettono i poliziotti della Stradale -. E con queste premesse, riteniamo che si possano raggiungere».
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