Conte a Genova in una foto d'archivio - Ansa
Ancora alta tensione sul dossier Autostrade con il premier Giuseppe Conte che, parlando dalle pagine dei giornali, manda un ennesimo avvertimento ai Benetton. Intanto il leader di Iv Matteo Renzi ammonisce a evitare gli «slogan populisti» come quello della revoca della concessione che «è facile da dire, ma difficile da fare». «I Benetton non hanno ancora capito che questo governo non accetterà di sacrificare il bene pubblico sull'altare dei loro interessi privati». Così il premier Giuseppe Conte, in una intervista alla Stampa. E sul Fatto quotidiano ribadisce: «È altrettanto inaccettabile la pretesa di Aspi di perpetuare il regime di favore in caso di nuovi inadempimenti degli obblighi di concessione, i Benetton non prendono in giro il presidente del Consiglio, ma i famigliari delle vittime del ponte Morandi e tutti gli italiani».
Sulla questione Aspi la maggioranza si spacca. La tensione sale in vista del Consiglio dei ministri di domani. La temperatura, già rovente, si misura anche nei silenzi che avvolgono i ministeri maggiormente coinvolti, Infrastrutture ed Economia, entrambi a guida Pd ed entrambi contrari all’ipotesi di una revoca. Ma il nervosismo sale anche tra i Cinque stelle. Lo dimostrano le parole della senatrice Barbara Lezzi, vicina a Di Battista, che oltre a ribadire la necessità di revocare la concessione ad Autostrade, solleva dubbi sull’operato della ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli (Pd), troppo schiacciato in favore dei Benetton, e altrettante perplessità sulla posizione degli alleati in Cdm, chiedendo che «venga reso noto il voto di ogni ministro».
Indica la via di Cdp come soluzione della questione il leader di Iv Matteo Renzi: «I populisti chiedono da due anni la revoca della concessione ad Autostrade. Facile da dire, difficile da fare. Perché se revochi senza titolo fai un regalo ai privati, ai Benetton, ai soci e apri un contenzioso miliardario che crea incertezza, blocco cantieri, licenziamenti. Questa è la verità. A dire la verità si perdono forse punti nei sondaggi, ma si salvano le nuove generazioni da miliardi di debiti. La strada è un'altra. Se proprio lo Stato vuole tornare nella proprietà, l'unica possibilità è una operazione su Atlantia con un aumento di capitale e l'intervento di Cdp. Operazione trasparente, società quotata, progetto industriale globale. Non ci sono alternative serie e credibili. Il populismo urla slogan, la politica propone soluzioni», scrive Renzi su Facebook.
Tonfo in Borsa per Atlantia in apertura di settimana. Il titolo, sotto la pioggia di vendite dall'avvio, ha concluso in calo del 15,1% a 11,36 euro, dopo aver toccato un minimo di seduta a quota 11,31. Molto forti gli scambi: sono passate di mano 12,6 milioni di azioni, contro i 3,3 milioni di venerdì. Intanto è stata fissata per domani la riunione straordinaria del Cda di Atlantia. Secondo quanto si è appreso la società riunirà i consiglieri di amministrazione per un'esame della situazione riguardante la concessione di Autostrade per l'Italia e il confronto con il governo, alla luce delle ultime novità. Si tratterebbe di una riunione non decisiva dalla quale non sono attese decisioni.