venerdì 11 novembre 2011
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In Italia colpisce un bambino ogni 150 e i casi sono in costante aumento. Non se ne conoscono ancora le cause e non esiste una terapia unica per curarlo. È il dramma silenzioso dell’autismo, ovvero quella sindrome basata su disturbi fisiologici e biochimici che hanno un comune punto finale nel danneggiamento cognitivo e relazionale della persona che ne è affetta. In Italia ne soffrono in 360mila: solitamente l’autismo si manifesta prima dei tre anni, colpisce più i maschi delle femmine e in molti casi è difficile per i genitori accorgersi dei problemi del figlio. Spesso nella fase iniziale l’alienazione del piccolo può essere confusa con la timidezza, ritardando l’individuazione del disturbo. L’aspetto più preoccupante e che sta più a cuore alle famiglie con i figli autistici è la carenza di servizi di assistenza da parte delle istituzioni (locali e nazionali).Esempi in questo senso sono molto frequenti: nei giorni scorsi a Cagnano Varano – un piccolo centro in provincia di Foggia – un bimbo autistico di otto anni affetto non ha potuto frequentare la scuola perché nella nuova aula dove si è trasferita la sua classe non ci sarebbe lo spazio necessario per lui e per la sua insegnante di sostegno. A Palermo, poche settimane fa, alcune mamme sono scese in piazza per protestare contro le negligenze e i gravi disservizi di cui sono fanno le spese i loro figli autistici; chiedono lo stanziamento di fondi come prevede un decreto regionale del 2005.Ultimamente in Italia, grazie al lavoro delle associazioni (supportate solo in alcuni casi da Asl ed enti locali), si stanno facendo piccoli progressi. Negli ultimi anni sono stati aperti a Brescia come a Fano centri sperimentali e all’avanguardia, dove i piccoli ricevono assistenza, cure e terapie. La onlus “Genitori e Autismo” sta sviluppando un progetto che prevede l’apertura di un nuovo centro a Roma che permetta a un gruppo di bambini di svolgere una serie di attività comportamentali riconosciute utili per il loro miglioramento. L’iniziativa si regge soltanto su finanziamenti privati e metterà al centro le famiglie, che saranno coinvolte nelle attività. Una piccola cifra, di 5.000 euro, è stata raccolta grazie a una campagna di sms. Si conta di raccogliere altri fondi attraverso donazioni che possono essere fatte direttamente all’associazione. «Ci stiamo lavorando da un anno - racconta il presidente dell’associazione Roberto Torta - Il progetto prevede il consolidamento e l’ampliamento dell’offerta educativa. L’obiettivo è ambizioso e consiste nell’ottenere la reale integrazione del bambino nel suo ambiente di vita, che si realizzerà attraverso lo sviluppo della sua personalità e dell’acquisizione di saperi competenze».Tra le terapie più utilizzate per curare i bambini autistici ci sono quelle Aba (Applied Behaviour Analysis). Sono basate appunto su un approccio comportamentale e negli ultimi anni hanno ottenuto discreti risultati. Negli Usa questo metodo si utilizza già da un decennio, mentre in Italia solo da qualche anno: «Proponiamo ai bambini attività di gioco e interveniamo su comportamenti socialmente utili per cercare di stimolarli all’interazione con gli altri», spiega Rosa Torsiello, consulente Aba.Una delle principali problematiche riguarda la carenza di professionalità in Italia in grado di operare nel campo dell’autismo. Da qui nasce “Autismo la via educativa ed abilitativa”, ovvero un corso di formazione a livello universitario promosso dall’Angsa (Associazione nazionale genitori soggetti autistici) della Lombardia in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e la Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone. L’Iniziativa, prenderà il via il 26 novembre, articolandosi su cinque lezioni successive, fino al 14 aprile 2012. I destinatari saranno gli operatori educativi, sociali e sanitari, educatori, psicologi, infermieri, terapisti della riabilitazione.
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