giovedì 21 aprile 2016
Dopo l'episodio di Legnano, con l'allieva esclusa dalla gita, spuntano nuovi casi a Firenze e Livorno.
La gita mancata e i «lager» nella testa di Ferdinando Camon
Autismo, ancora discriminazioni a scuola
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Dopo il “caso-Legnano”, vengono alla luce altri episodi di discriminazione di alunni autistici, segno che, purtroppo, come denunciato dalle associazioni delle famiglie, una vera integrazione è ancora lontana.  In attesa di conoscere le conclusioni cui giungeranno gli ispettori inviati dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, nella scuola media di Legnano (Milano), dove si è verificato il caso di discriminazione di una studentessa autistica di terza media, che non è stata messa in condizione di partecipare al viaggio d’istruzione (poi rinviato) perché nessuna compagna voleva dividere la camera con lei, sulla vicenda interviene la presidente dell’Anffas di Legnano, Francesca Fusina, associazione cui è iscritta la famiglia della ragazzina. «Dopo episodi del genere, viene la voglia di gettare la spugna», denuncia Fusina, ricordando che la studentessa in questi giorni non sta andando a scuola. «È una situazione molto triste – aggiunge – che ci dice come una vera integrazione sia ancora molto lontana. A questo punto – conclude Fusina – spero davvero che si ricreino le condizioni affinché questa gita possa essere effettuata. Purtroppo, però, questo non è un caso isolato. Tempo fa un’altra studentessa nostra associata ha dovuto rinunciare all’uscita di classe, cadendo poi in una grave depressione».  Sull’episodio è intervenuta anche la Ledha, Lega per i diritti delle persone con disabilità. «Possiamo comprendere l’errore dei ragazzi – si legge in una nota –. Quello che non possiamo accettare è che gli adulti non abbiano svolto il proprio ruolo di educatori: avrebbero dovuto rassicurare i ragazzi, aiutarli a superare i loro pre-giudizi. La scelta (a priori) di escludere la ragazza con autismo dalla gita di classe è stata la soluzione più rapida. Una soluzione che rende ancora di evidente la discriminazione. Una vicenda – prosegue il comunicato – che provoca un danno gravissimo: rafforzare i pre-giudizi degli adolescenti nei confronti della loro compagna di classe». Un secondo caso che ha richiesto l’avvio di un’ispezione ministeriale è quello che riguarda un bambino autistico di una scuola dell’infanzia di Firenze, che avrebbe dovuto raggiungere in taxi i compagni in gita nel parco di Villa Strozzi, perché il pulmino messo a disposizione della scuola non aveva il posto anche per l’insegnante di sostegno. Una soluzione ritenuta inaccettabile dalla mamma dell’alunno. La situazione è stata poi risolta dal Comune di Firenze, che ha messo a disposizione un secondo pulmino per l’uscita che è stata confermata. In ogni caso, l’Ufficio scolastico regionale ha interessato il servizio ispettivo e convocato il dirigente scolastico per chiedere approfondimenti sulla vicenda e ripristinare un clima di serenità e dialogo nella scuola.  Rischia, invece, di finire in tribunale la vicenda che ha per protagonista un bimbo autistico di 11 anni dell’Isola d’Elba (Livorno). Da un lato la mamma, che ha denunciato atti di bullismo nei riguardi del figlio. Inoltre, a suo dire, l’undicenne al minimo accenno di nervosismo, veniva sistematicamente portato fuori dall’aula invece di cercare di farlo ambientare con gli altri bimbi. Dall’altro lato l’istituto. Secondo il preside «l’unica cosa vera sarebbe quella relativa ad un episodio di bullismo avvenuto a bordo dello scuolabus e riguardo il quale, pur essendo avvenuto fuori dalla scuola, ci siamo attivati con il Comune coinvolgendo le forze dell’ordine e promuovendo incontri con genitori e ragazzi perché da parte nostra c’è la massima attenzione su questi temi», si legge in una nota della scuola, che ha deciso di adire le vie legali.  Si è, infine, conclusa positivamente la vicenda di Giulio, lo studente autistico di terza media di Livorno, escluso dalla gita scolastica. Ieri alla madre è stata fatta firmare l’informativa sull’uscita, a cui il ragazzo prenderà parte. «La scuola deve cambiare – dice la donna –. L’autismo è un handicap grave ed accanto ai nostri ragazzi ci vogliono persone competenti e preparate: non si può improvvisare. C’è bisogno di grande preparazione ed attenzione altrimenti si rischia di fare danni incalcolabili».
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