giovedì 16 agosto 2018
Un esplosione nella notte. Un secondo ordigno inesploso pare dovesse colpire forze dell'ordine e vigili del fuoco appena giunti sul posto. Nessun danno alle persone. La condanna di Zaia e Salvini
Vigili del fuoco sul luogo dell'attentato contro la sede della Lega a Treviso (Ansa)

Vigili del fuoco sul luogo dell'attentato contro la sede della Lega a Treviso (Ansa)

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Un ordigno è esploso la scorsa notte all'esterno della sede storica della Lega a Treviso, in via Fontana 95. Secondo le informazioni fornite dalla Questura la deflagrazione non avrebbe provocato danni alla struttura, né vi sono persone coinvolte. Sul posto sono accorsi gli artificieri per verificare l'esatta natura di un secondo involucro, che poi è risultato essere un secondo ordigno inesploso, che in seguito è stato fatto brillare dopo essere stato messo in sicurezza. Si pensa che questa seconda bomba fosse stata concepita per colpire le forze dell'ordine e i vigili del fuoco arrivati dopo la prima deflagrazione. Insomma la prima bomba sarebbe stata fondamentalmente una trappola.

L'attentato è stato rivendicato dagli Anarchici. "All'alba, la sede della Lega a Treviso, è stata attaccata con 1 ordigno, rivendichiamo la collocazione contro politici, sbirri, e loro tirapiedi. A tutto questo non vogliamo essere complici, alla violenza indiscriminata degli Stati ci opporremo con la violenza discriminata contro i responsabili di tutto ciò" si legge nella rivendicazione. "State parlando di governo giallo-verde, di sinistra e di destra, noi vogliamo che lo stato sia distrutto", si legge nel comunicato, che continua con una lunga e farneticante analisi politica.

Nello scritto si fa anche riferimento alla "cellula Santiago Maldonado", che viene indicata come l'autrice dell'attacco.

"Esprimo la mia più ferma condanna per l'attentato alla sede della Lega di Treviso. Si sia trattato di un atto dimostrativo o della volontà di far del male, di ordigni ad alto potenziale oppure no, poco importa: si tratta comunque di un atto gravissimo, esecrabile, speriamo non il primo di una possibile inquietante spirale". Lo afferma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, commentando l'attentato. "Un bruttissimo segnale - prosegue Zaia - contro quella che non è soltanto la sede storica di un movimento e di un partito, ma anche un luogo dove i cittadini e i militanti si ritrovano per un confronto che deve sempre essere aperto, franco e
democratico. Da noi è così, se qualcuno altro vuol far prevalere altri linguaggi, sappia che troverà sempre una ferma e condivisa
opposizione democratica". Matteo Salvini, invece, la mette più sul personale e su Facebook scrive: "Violenti e delinquenti non mi fanno paura. Andiamo avanti, più forti di prima"



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