mercoledì 17 luglio 2013
Il Tribunale di Palermo ha stabilito che «il fatto non costituisce reato». Assolto anche il colonnello Mauro Obinu dall'accusa di non aver catturato, nell'ottobre 1995, il boss Bernardo Provenzano, prolungandone così la latitanza. l commento dell'ex generale dei Ros: «C'è un giudice a Palermo...».
COMMENTA E CONDIVIDI

« C'è un giudice a Palermo...». È laconico il commento dell'ex generale dei carabinieri Mario Mori che oggi è stato assolto (al termine di un iter processuale lungo cinque anni) dal Tribunale di Palermo dall'accusa di non aver catturato (nell'ottobre 1995) il boss Bernardo Provenzano, prolungandone così la latitanza.Un'assoluzione con formula piena, perché il fatto «non costituisce reato» quella pronunciata dai giudici che, oltre all'ex generale del Ros hanno assolto anche il colonnello Mauro Obinu. «Siamo amareggiati. Adesso si tratta di capire i punti di vista di chi, come il Tribunale, ha analizzato le carte. In tutti i processi si può vincere e si può perdere ma sono importanti le motivazioni» ha commentato il procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi. «Rispetto la sentenza, ma non ne condivido alcun passaggio. Certamente la impugneremo», ha aggiunto il Pm Nino Di Matteo.I giudici non hanno ritenuto credibili i due testimoni chiave del processo: Massimo Ciancimino e Michele Riccio. Inoltre hanno trasmesso gli atti alla Procura affinché valuti le loro posizioni. «Bisogna vedere il ragionamento che hanno fatto i giudici per ritenere non credibili Riccio e Ciancimino. Non conosco quale sia questa riflessione. Massimo Ciancimino è un testimone, comunque, che nel processo Stato-mafia non ha la centralità che aveva in questo dibattimento», ha poi aggiunto il procuratore Teresi.Cinque anni di udienzePoco più di cinque anni. Tanto è durato il processo di primo grado al generale Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu. Era il 18 giugno 2008: il gip “impose” un procedimento che all'inizio la procura non volevacelebrare e che poi è diventato quasi fatalmente la premessa di quello in corso sulla trattativa tra Stato e mafia. Mori, ex capo del Ros ed ex direttore del Servizio segreto civile, e Obinu sono accusati del mancato blitz di Mezzojuso: per la Dda di Palermo, si sarebbe potuto catturare Bernardo Provenzano già il 31 ottobre 1995, secondo quanto detto dal confidente Luigi Ilardo al colonnello Michele Riccio, piazzando un micidiale uno-due a Cosa nostra dopo l'arresto un paio d'anni prima di Totò Riina. Bisognerà invece attendere altri undici anni.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: