mercoledì 19 gennaio 2022
Lettera aperta della consigliera Fdi alla Pisana Chiara Colosimo che lamenta l'interruzione del servizio anche con assenze giustificate di un mese. La Regione: dal 2020 paziente sceglie ente Adi
Percorsi di riabilitazione, nel Lazio è polemica Regione-Fratelli d'Italia

Ansa/Massimo Percossi

COMMENTA E CONDIVIDI

Assistenza domiciliare interrotta e piano riabilitativo annullato in caso di assenza prolungata, anche per motivi medici. Ruota intorno a questo punto il botta e risposta tra la Regione Lazio e la consigliera di Fdi Chiara Colosimo, vicepresidente della commissione Covid e membro della commissione Salute alla Pisana. Ad innescare la polemica una lettera aperta della consigliera che lamenta l’isolamento in cui viene lasciato «il silenzioso ma numeroso mondo delle famiglie e delle persone con disabilità», un mondo che «ora deve alzare la voce». Questo perché, secondo Colosimo si è davanti «all’ennesimo lampo di genio» della Regione Lazio. «In piena quarta ondata – sostiene infatti - le strutture che erogano attività riabilitativa a persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale, e quindi anche gli ex. art. 26, non devono tenere conto nemmeno della malattia certificata dei loro utenti. Non vai per più di un mese per visite e/o malattie? Perdi il progetto e perdi il posto. No, non è uno scherzo e non è un’esagerazione».

Scendendo nel dettaglio così «nel settore residenziale sono ammessi 10 giorni per ricovero ospedaliero più 20 per motivazioni varie - puntualizza Colosimo - Totale 30 giorni in un anno, comprese le festività eh, poi sei fuori. Nel settore semiresidenziale, i giorni di assenza consentita scendono addirittura a 20». E la motivazione, continua, è che «la struttura deve obbligatoriamente adeguarsi alle norme della Regione Lazio».

Dalla Pisana comunque fanno sapere che «dal 1 gennaio 2020 la Regione Lazio ha dato il via a una nuova organizzazione del servizio di Assistenza domiciliare integrata (Adi). Questo nuovo sistema permette al paziente o al suo caregiver di poter scegliere l’ente erogatore, pubblico o privato, accreditato dalla Regione Lazio. Si dà così al paziente la possibilità di ricevere prestazioni socio-sanitarie integrative dove ritiene più opportuno, scegliendo l’ente erogatore da cui farsi assistere in Adi».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: