martedì 31 maggio 2022
A Bruxelles il convegno delle organizzazioni della società civile organizzato dal “Comitato per una Civiltà dell'Amore”. L'arcivescovo Sorrentino: mai stato così importante il ruolo della diplomazia
Un test nucleare condotto dagli Usa

Un test nucleare condotto dagli Usa - Ansa

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Una «Conferenza internazionale per il Disarmo nucleare», che istituisca «un Tavolo di lavoro permanente sul Disarmo nucleare», che scongiuri il rischio di un fallimento del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw) del 2017, e del Trattato di non proliferazione nucleare (Npt), in vigore dal 1970. È l’appello che rivolgono all’Unione Europea e ai suoi Stati membri, le organizzazioni della società civile che hanno condiviso gli obiettivi del convegno “Il disarmo nucleare: opportunità di pace e di lavoro per l’Europa e per il mondo”, organizzato dal “Comitato per una Civiltà dell’Amore” alla International Trade Union House di Bruxelles.

Alla Conferenza, hanno evidenziato i firmatari dell’appello, dovrebbero partecipare sia gli Stati membri dei due Trattati, sia India, Pakistan, Israele e Corea del Nord, «con particolare attenzione ai Paesi in via di sviluppo», valorizzando «gli elementi di raccordo» tra i Paesi, e «sviluppandone le necessarie strategie». Ancora, il tavolo dovrebbe considerare «gli aspetti sociali ed economici correlati al tema, ivi incluso l’utilizzo dei proventi derivanti dal disarmo per la lotta alla fame e al divario di sviluppo e il ruolo della società civile». La sede della Conferenza, nelle intenzioni dei proponenti, sarebbe Assisi, «città di Pace e del patrono dell’ecologia integrale, san Francesco».

Collegato con Bruxelles, proprio da Assisi, l’arcivescovo Domenico Sorrentino ha sottolineato che «l'aggressione della Russia all'Ucraina dice al mondo che nessuno può essere sicuro che la tragedia di una guerra globale sia definitivamente esclusa». In tale situazione, ha auspicato il presule di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, «deve esserci un sussulto di responsabilità e dignità di tutti gli esseri umani e di tutte le nazioni». La priorità è «mettere attorno a un tavolo le persone coinvolte. Il ruolo della diplomazia non è mai apparso così importante». In occasione della «consacrazione dei popoli alla Madre di Cristo fatta da papa Francesco – ha rivelato Sorrentino -, ho avuto l’opportunità di scrivere una lettera ai governanti, concepita sulle orme di san Francesco d'Assisi. Come è noto, il Santo scrisse una lettera ai “reggitori dei popoli”, nella quale evitò del tutto di accennare a questioni sociali, economiche e politiche. Preferì parlare di Dio e della necessità che anche nella società civile fosse pregato e onorato. Il suo messaggio si potrebbe sintetizzare in due ammonizioni: non dimenticate Dio e ricordatevi che dovete morire».

In sostanza, ha dichiarato l’arcivescovo, «quando dimentichiamo che non siamo Dio, ma solo creature di Dio, tutto diventa possibile… Siamo qui a porre ancora una volta, con fiducia, l’istanza di promuovere una sensibilità universale per garantire almeno un aspetto della pace, e cioè che essa non sia minacciata con la più terribile delle armi oggi disponibili, quelle nucleari». L’idea, poi, «di convertire il nucleare bellico in nucleare pacifico è una via interessante». Quindi, il pensiero per chi è sotto le bombe: «In questo momento – ha rimarcato Sorrentino - ci facciamo forti anche delle lacrime del popolo ucraino, sottoposto a un’ingiusta guerra di aggressione da parte di una grande potenza militare e nucleare che sta mettendo non solo a ferro e fuoco una nazione finora sentita come fraterna, ma sta tenendo in scacco il mondo proprio con il rischio nucleare che si potrebbe accendere in una guerra globale».

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