domenica 21 novembre 2010
Cresce il fronte trasversale che chiede di non oscurare la realtà delle persone disabili. Nuove adesioni ai due appelli lanciati venerdì dai parlamentari di Pdl e Pd contro ogni deriva eutanasica e a tutela di una nuova alleanza nella cura di tutte le persone.
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Cresce il numero di politici di entrambi gli schieramenti che vogliono sia dato spazio in tv a chi non l’ha avuto nella parte della puntata di "Vieni via con me" dedicata in esclusiva a Mina Welby e Beppino Englaro. Si tratta dei due appelli pubblicati ieri da "Avvenire" (in totale solitudine). Quello del centrodestra ha avuto altre nove firme, salendo a quota 102 (si tratta dei senatori pidiellini Alberti Casellati, Allegrini, Butti, Caruso, Cursi, D’Ambrosio Lettieri, Santini e Spadoni e del deputato Pagano). Beppe Fioroni, primo firmatario di quello del Pd, assicura che ne arriveranno anche dalle sue fila, oltre ai 32 iniziali. Ieri per questa battaglia si è schierato anche il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa: «Dopo Welby ed Englaro, Saviano deve dare la parola a quanti rifiutano la dolce morte perché vogliono vivere e a chi, con la sua straordinaria esperienza umana, canta ogni giorno un inno alla vita».I politici interpellati insistono sul fatto di essersi mossi innanzitutto come cittadini, poiché i temi di coscienza si sottraggono a logiche partitiche. Poi, se non troveranno ascolto, afferma il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano, sono pronti a investire della vicenda le sedi competenti. Come la commissione di Vigilanza Rai, a cui alcuni appartengono. Annuncia battaglia anche Souad Sbai (Pdl), pronta a un’interrogazione parlamentare. «La Rai è pagata con i soldi di tutti e non si può fare un’informazione a senso unico», sbotta. E se si è data la replica al ministro Maroni, «grazie a una mobilitazione politica che ha avuto i suoi frutti», Giuseppe Fioroni sostiene che «Fazio e Saviano, di cui ho stima, lo sanno: dare la stessa opportunità non si declina in base alla forza politica, ma a diritto e giustizia».Spiega l’ex ministro della Pubblica Istruzione: «Non può passare l’idea che "staccare la spina" sia un atto d’amore illuminato, mentre quello che consapevolmente fanno giorno dopo giorno decine di migliaia di famiglie nel silenzio, nella fatica e nella sofferenza, accudendo malati gravi e gravissimi, sia una scelta dettata da oscurantismo. Da medico ne ho incontrate tante e hanno diritto ad essere presentate con la luce che spetta a ogni atto d’amore». E questo «non può e non deve essere ignorato da una tv che intende promuovere il civismo, scuotere le coscienze e rilanciare la dignità degli uomini e delle donne». Al di là della propensione dei media per i casi eclatanti, nella trasmissione di Fazio e Saviano, commenta Mantovano, c’è stato «un carico aggiunto di natura ideologica, per cui i buoni sentimenti vanno tutti nella direzione della dolce morte e non di ciò che può evitarla attraverso la vicinanza alla persona». E alle famiglie dei malati, che non fanno audience. Ma che – parola di Daniele Bosone, senatore Pd e neurologo – «dopo il dolore e gli interrogativi, reagiscono. Ma bisogna stare loro vicini per dare speranza, altrimenti prevalgono le necessità». Bosone individua anche un processo culturale in atto, rispecchiato dalla tv: «Credere che la vita sia qualcosa di disponibile è un impoverimento che non riguarda solo i credenti, ma tutta una società fondata sul valore della solidarietà».È infuriata la Sbai, che attacca «i radical chic con la poltrona tiepida che non vanno a vedere le famiglie dove si accudiscono con amore le persone sofferenti». A questi uomini di spettacolo consiglia di fare una visita all’accademia di ballo di via Marconi a Roma, dedicata a giovani usciti dal coma dopo incidenti. «Questi cosiddetti intellettuali hanno perso la bussola dell’umanità non accettano più la sofferenza: li disturba, non è di moda».E i radicali che denunciano addirittura il troppo spazio ai pro life? «Qui parliamo di quel diritto naturale deposto nel comune sentire, che non può essere oscurato», taglia corto Fioroni. Mantovano invita a fare un confonto quantitativo di quelli che piacciono tanto a Pannella & C tra posizioni opposte: «Mettiamo a fianco gli spazi concessi a Melazzini – persona competente che nonostante la malattia parla e dà testimonianza – con quelli di Mina Welby e poi vediamo chi ha ragione». Il deputato Pdl Fabio Rampelli, infine, chiede esplicitamente che Melazzini, presidente dell’Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, sia ospitato nella «trasmissione stalinista», a nome della «migliaia di persone che vivono in condizioni simili a quelle di Englaro e Welby» ma che «chiedono di essere sostenuti e aiutati, non di farla finita».
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