giovedì 7 novembre 2019
Il viceministro all'Istruzione: nessuno pensi di lucrare voti. L’alleanza con M5s? Solo a valle di un progetto
Il viceministro all'Istruzione Anna Ascani (Pd)

Il viceministro all'Istruzione Anna Ascani (Pd)

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«Mi auguro che il caso Ilva si risolva al più presto. Credo che la politica debba fare un passo indietro, avendo come unico interesse la salvaguardia dei posti di lavoro. Questo deve essere l’obiettivo del governo, ma anche di tutte le forze politiche. Nessuno pensi di lucrare voti sulla pelle dei lavoratori. E Salvini si ricordi che questo problema è stato generato dal governo dove c’era anche lui». In viaggio da Amatrice, dove ha inaugurato l’istituto omnicomprensivo intitolato a Sergio Marchionne e realizzato con il contributo della Ferrari, la viceministra all’Istruzione e vice presidente del Pd, Anna Ascani, fa il punto anche sull’ultimo “caso” che sta mettendo in agitazione il governo. Già in fibrillazione dopo le elezioni regionali in Umbria e la manovra economica.

Questo voto ha dato un colpo all’alleanza Pd-M5s: la maggioranza reggerà?
Da umbra, dico che le elezioni regionali le abbiamo perse molto prima dell’alleanza con il M5s. Personalmente, sono contraria alle fusioni a freddo tra i partiti, come semplice sommatoria di voti. Le alleanze, semmai, si fanno a valle di un progetto politico, di un ragionamento condiviso circa il tipo di regione che vogliamo costruire. E in Emilia-Romagna, tutto ciò non può prescindere dalla candidatura di Bonaccini.

Parliamo di scuola. Da più parti, ieri anche dalla Cisl, si dice che in manovra ci sono «impegni disattesi e promesse non mantenute».
Ci batteremo in Parlamento per trovare nuove risorse, ma non è vero che nella legge di Bilancio non c’è nulla per la scuola. C’è 1 miliardo e mezzo per il rinnovo dei contratti e non mi pare poco. Ci sono risorse per l’inclusione, per i dirigenti scolastici e il diritto allo studio. Abbiamo previsto investimenti green perché le nostre scuole sono un “colabrodo energetico”. Poi ci sono gli asili gratuiti.

Dove si deve investire di più?
Il Fondo di funzionamento delle scuole deve essere aumentato, così come stiamo lavorando al potenziamento delle scuole dell’infanzia.

Che cosa è previsto sull’edilizia scolastica?
Fin da subito, abbiamo riattivato l’Osservatorio, che da un anno non veniva riunito, e costituito la task force con 60 esperti operativi sul territorio. Abbiamo anche dato più risorse alle amministrazioni locali, introducendo un principio importante: se inadempienti, il Miur potrà subentrare per non far rallentare i lavori.

Tra pochi mesi saranno 20 anni della legge 62 sulla parità scolastica: che cosa è previsto per questa gamba del sistema?
Avrò anche la delega sulla parità e quindi mi confronterò con queste scuole. Che facciano un lavoro egregio e che offrano una formazione di qualità, l’ha confermato anche una recente indagine del ministero. Bisogna distinguere le scuole che funzionano bene dai diplomifici. Lavoreremo mettendo da parte l’ideologia e riconoscendo il fatto che in tanti territori le scuole paritarie garantiscono servizi che altrimenti non ci sarebbero. Come nel caso delle materne.

Università: l’Italia staziona in coda alle classifiche internazionali per numero di laureati. Come migliorare?
Per esempio, investendo, come abbiamo fatto, 16 milioni nelle borse di studio e aumentando il fondo nazionale per il diritto allo studio, per frenare un fenomeno poco conosciuto e raccontato, ma non per questo meno grave: la dispersione universitaria. E qui serve un cambio di passo, per migliorare il collegamento tra la scuola e l’università. Vero anello debole del sistema, che produce troppi abbandoni.

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