mercoledì 15 aprile 2020
La donazione ricevuta il 14 aprile da monsignor Russo, grazie all'ambasciata del Paese asiatico presso la Santa Sede. Saranno destinate alla farmacia vaticana e ad ospedali e strutture religiose
Un momento della consegna della donazione di mascherine

Un momento della consegna della donazione di mascherine

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Un segno di vicinanza importate arriva da Taiwan. Il paese asiatico, infatti, ha donato 280mila mascherine per il Vaticano e la Cei. È la risposta del governo di Taiwan per aiutare la Santa Sede e i vescovi italiani a dare più sicurezza alle strutture della Chiesa impegnate nella lotta contro la pandemia che ha ucciso oltre 100 sacerdoti solo in Italia. La donazione è stata ricevuta martedì 14 aprile dal segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo, e dal padre Donato Cauzzo in rappresentanza dell'ordine dei ministri degli infermi Religiosi Camilliani, tra altri rappresentanti di diverse congregazioni religiose presenti. Le mascherine sono state destinate alla farmacia vaticana, a tre ospedali romani (Bambino Gesù, Gemelli e Campus biomedico), e a diverse strutture religiose e sanitarie del nord Italia.

«Per noi è un dono straordinario - le parole di monsignor Stefano Russo - Come vescovo segretario generale della Conferenza episcopale italiana, vorrei esprimere un grande grazie alla popolazione di Taiwan, perché nel tempo che stiamo vivendo ci accorgiamo delle difficoltà per poterci spostare, siamo isolati, ma ci sono gesti come questi che fanno vedere che ci sono tanti modi per farci prossimi». La possibilità di avere mascherine, ha osservato, nonostante sia un oggetto molto semplice e impensato fino a qualche mese fa, «diventa un dono straordinario. E quindi grazie davvero ancora a tutta la popolazione di Taiwan».

Questo «è un segno di vicinanza a Papa Francesco e al popolo italiano, ma anche un aiuto alla Chiesa italiana – ha detto inoltre l'ambasciatore di Taiwan presso la Santa Sede, Matthew Lee al momento della consegna - molto impegnata nell’accompagnare i malati e i più bisognosi che soffrono per il Coronavirus». Taiwan è uno dei pochi Paesi che ha avuto successo nella lotta contro questo virus. L’ambasciatore ha ricordato che Taiwan è stata colpita duramente nel 2003 dall’epidemia della Sars, ma ha anche riconosciuto come quella prova abbia consentito oggi all’isola di acquisire gli strumenti per affrontare l’emergenza del Covid19 con successo.

È una scelta di «straordinaria generosità» anche per don Donato Cauzzo, segretario del prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata, che ne vi ha riconosciuto «un grande segno di fraternità. Noi crediamo a questo valore della fraternità universale: al di là delle religioni che ci distinguono, delle nazionalità, delle culture, siamo tutti figli e figlie dell’unico Dio. Questi atti di generosità mi pare che rinforzino questo senso di appartenenza alla terra, all’umanità come fratelli e sorelle; veramente è un grande esempio che ci consola, che ci stimola a nostra volta a essere solidali, nelle forme che per noi sono possibili, con chi ha bisogno».

A riconoscere il valore di questo «aiuto importante e concreto», anche Mariella Enoc, presidente dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù. «Questo è un grande segno di solidarietà che apprezziamo davvero con tutto il cuore – ha spiegato - perché dobbiamo abituarci all’uso delle mascherine e anche, in un ospedale come questo, va cambiata con più frequenza. E cominciava a diventare un problema poter dare a tutto il personale un numero di mascherine sufficienti. Questa donazione è un segno importante di condivisione, in sintonia con noi e con Papa Francesco, al quale certamente faremo sapere questa bella espressione di fraternità».

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