domenica 18 ottobre 2020
Gigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari.

Gigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari.

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Un contributo unico per i figli, che sara rivolto a tutti, compresi lavoratori autonomi e incapienti (quanti guadagnano così poco che non beneficiano degli sgravi fiscali). Dalla metà del prossimo anno 2021 diventerà operativo il nuovo strumento universale, senza limiti di reddito, per il sostegno alla natalità e alla famiglia, come il governo ha stabilito con la legge di Bilancio appena approvata la notte scorsa. Le risorse per estendere a tutti il nuovo strumento, in base alle condizioni economiche dei nuclei familiari,
ammontano a circa 3 miliardi di euro e a poco meno di 6 a regime, che si aggiungeranno al riordino dei fondi attualmente destinati alle famiglie, dai vari bonus alle detrazioni per i figli a carico.
Il nuovo assegno segnerà una piccola rivoluzione per l’approccio che il fisco avrà con le famiglie e scatterà a partire da luglio 2021: al momento si attende ancora il via libera del Senato al disegno di legge delega che lo introduce, già approvato a luglio all’unanimità dalla Camera. La commissione Lavoro lo sta esaminando con l’intento dichiarato dal relatore Mario Laus di approvarlo «in tempi rapidi» e «senza modifiche»,
in modo da arrivare a un voto definitivo. L’obiettivo sarebbe quello di dare l’ok del Parlamento entro novembre, in modo che il ministero della Famiglia, che già è al lavoro, possa predisporre i decreti attuativi nei primi mesi del nuovo anno. Saranno infatti i decreti delegati a fissare i dettagli dell’assegno, che sarà in ogni caso parametrato all’Isee (si lavora su un contributo medio di 200 euro a figlio) e dovrà tenere conto, secondo quanto indicato nella delega, della presenza di disabili nel nucleo familiare ma anche dell’età delle mamme, rafforzando il contributo in caso di neo-mamme sotto i 21 anni. Stando ai principi stabiliti nella delega, il nuovo assegno andrà anche agli stranieri regolari che risiedono e pagano le tasse in Italia.
Sarà un contributo mensile, sotto forma di detrazione o di erogazione diretta di denaro, proprio per superare il problema degli incapienti, rafforzata del 20% a partire dal terzo figlio per tenere conto delle famiglie numerose: l’assegno sarà erogato dal settimo mese di gravidanza fino alla maggiore età. Si potrà proseguire fino ai 21 anni, con la possibilità di erogare il contributo direttamente ai ragazzi, a patto che il figlio maggiorenne stia ancora studiando, sia all’interno di un percorso di inserimento lavorativo a basso reddito o sia iscritto a liste di disoccupazione e in ricerca attiva di lavoro. Per garantire la diffusione del nuovo strumento si introduce anche l’obbligo per l’ufficiale di stato civile di informare i neogenitori. L’assegno sarà ripartito in pari misura tra i genitori e assorbirà gli aiuti alla famiglia attuali: i 434 milioni (circa 1 miliardo negli anni successivi) del "Fondo assegno universale e servizi alla famiglia", l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori, il bonus bebè (tra 80 e 160 euro al mese per i primi 12 mesi di vita), il premio nascita da 800 euro, le detrazioni Irpef i figli a carico (che valgono circa 8 miliardi), l’assegno al nucleo familiare (riservato ai dipendenti) e il fondo di garanzia a sostegno della natalità. Il nuovo assegno non inciderà sulle richieste di altre prestazioni sociali agevolate per i figli con disabilità e sarà fruibile sia assieme al Reddito di cittadinanza sia ai vari aiuti per i figli previsti da Regioni, Province e Comuni.

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