mercoledì 20 marzo 2013
L'uomo custodiva un “archivio” con oltre 105mila immagini raccapriccianti, in molte erano ripresi persino dei neonati. Era considerato una sorta di “grossista” della rete nella distribuzione di questi file. Save the Children: «Servono più risorse per identificare e aiutare le piccole vittime».
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Una collezione di 105mila immagini raccapriccianti, alcune delle quali riprendevano anche neonati. Fotografie e filmati, un impressionante archvio dell'orrore, erano custodite in due pc sequestrati oggi assieme a un centinaio di Cd e Dvd dalla polizia postale del lazio che ha arrestato un uomo di 52 anni con l'accusa di «detenzione di ingente quantità di materiale pornografico realizzato utilizzando minori di anni diciotto». S.A. (queste le iniziali dell'uomo arrestato oggi in provincia di Roma), professione vbancaio, era considerato uno dei maggiori “condivisori” di immagini pedopornografiche in Italia, considerato una sorta di “grossista” nella rete.Le indagini a carico di S.A - sposato, senza figli, residente con la moglie e senza precedenti penali - iniziarono nel maggio 2011: a tradirlo, cinque fotografie da lui condivise e scaricate, intercettate dalla polizia postale di Viterbo. Alla luce del considerevole quantitativo di materiale di natura pedo-pornografica rinvenuto, l'autorità giudiziaria competente ha disposto una seconda attività di perquisizione nell'abitazione di S.A. e in tutti i luoghi nella sua disponibilità. Per lui, il giudice per le indagini preliminari, Riccardo Amoroso, ha disposto l'esecuzione della misura cautelare in carcere.«Non possiamo rimanere indifferenti di fronte al ripetersi di abusi di tale gravità e violenza come quelli testimoniati da questa indagine», è il commento di Raffaela Milano, dirigente di Save the Children. È necessario, sottolinea, che il nostro Paese assuma un impegno deciso per l'identificazione dellepiccole vittime, di vitale importanza per porre fine ad una violenza che potrebbe essere ancora in corso. Sono infatti pochissimi i minori sfruttati per la produzione di immagini pedopornografiche che vengono identificati, rispetto alla quantità di materiale sequestrato: nel 2010, ad esempio, sono stati solo 12 i minori identificati. «Se l'attenzione, le risorse e i metodi impiegati nell'identificazione delle vittime non si rafforzano nel breve periodo - prosegue Milano - la maggior parte dei bambini sottoposti a sfruttamento e abuso non potrà mai beneficiare di misure per la tutela e rimarrà esclusa dall'assistenza terapeutica necessaria.
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