mercoledì 17 novembre 2010
È il bilancio di un'operazione antimafia della Dia di Reggio Calabria che ha eseguito stamane due distinti provvedimenti, fra loro correlati, emessi dal gip distrettuale della città. Gli arrestati devono rispondere di associazione mafiosa, estorsioni, ricettazione, detenzione di armi e danneggiamenti. Gli imprenditori interdetti operano nel settore degli appalti pubblici.
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Sette persone arrestate e 30 imprenditori sottoposti ad un provvedimento di interdizione, per 60 giorni, dalle loro attività. È il bilancio di un'operazione antimafia della Dia di Reggio Calabria che ha eseguito stamane due distinti provvedimenti, fra loro correlati, emessi dal gip distrettuale della città. Gli arrestati devono rispondere di associazione mafiosa, estorsioni, ricettazione, detenzione di armi e danneggiamenti. Gli imprenditori interdetti operano nel settore degli appalti pubblici. La Direzione investigativa antimafia, Centro operativo di Reggio Calabria, ha agito in collaborazione con Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato. Le indagini, coordinate dalla locale Direzione distrettuale antimafia, hanno consentito di scoprire un sistema di pesante condizionamento nell'aggiudicazione degli appalti pubblici nella provincia.Undici gli appalti sotto esame, per circa 6 milioni di euro. Si tratta, in particolare, di lavori affidati da enti locali del Reggino, per importi variabili dai 300mila al milione e mezzo di euro, per la sistemazione di piazze e strade o per la costruzione di tratti fognari. Fra i destinatari dei provvedimentin esponenti della 'ndrangheta, ma nessun amministratore pubblico.
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