lunedì 19 giugno 2017
Un richiedente asilo iracheno di 29 anni è stato arrestato dalla Polizia per terrorismo. L'uomo, secondo le indagini, avrebbe fatto propaganda per il sedicente Stato islamico
Arrestato iracheno a Crotone. Faceva propaganda per il Daesh
COMMENTA E CONDIVIDI

Un richiedente asilo iracheno di 29 anni è stato arrestato dalla Polizia per terrorismo. L'uomo, secondo le indagini, avrebbe fatto propaganda per il Daesh istigando alcuni inquilini del centro Sprar di Crotone a entrare a far parte del sedicente Stato islamico e a compiere atti violenti.

Le indagini, coordinate dalla Dda di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri, sono state condotte dai poliziotti della Digos di Crotone. L'iracheno, considerato dagli investigatori persona violenta, è accusato di associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione a delinquere.

"Dal 2008 girava per l'Europa, passando da Norvegia e Germania per cercare asilo politico,fino a giungere in provincia di Crotone. Non possiamo dire sefosse un lupo solitario, ma incontrava altre persone in provincia di Crotone ed aveva contatti con tanti iracheni. Loabbiamo fermato per evitare che potesse accadere altro". Lo ha detto il procuratore capo di Catanzaro Gratteri, spiegando i particolari dell'indagine che ha portato all'arresto di un cittadino iracheno, Hussein Abs Hamir, 29 anni, accusato di terrorismo.

Dall'inchiesta è emerso che l'uomo - che aveva esultato in occasione dell'attentato di Manchester - svolgeva l'attività di proselitismo nei confronti dei migranti ospitati nel Centro Sprar di Crotone fornendo notizie, chiarimenti e materiali dello Stato Islamico. Non c'è bisogno di andare in Iraq o in Siria per fare il jihad: si può anche rimanere in Italia, "per redimere gli infedeli", ai quali va "tagliata la gola", aveva affermato il richiedente asilo in una telefonata intercettata.

"Abbiamo interrotto l'indagine - ha spiegato il procuratore capo Gratteri - perché ci siamo molto preoccupati,visto quanto accaduto negli ultimi tempi. L'iracheno gioiva davanti agli attentati che avvenivano in Europa ed abbiamo documentato un giro che ha compiuto a Roma".Rispetto al suo viaggio nella Capitale, dov'era stato lo scorso 22 marzo, il procuratore Gratteri ha aggiunto: "Sidiceva contento, ogni volta che la polizia lo controllava nei suoi spostamenti a Roma, perché capiva di creare allarme sociale. Si tratta di una persona molto pericolosa - ha proseguito il procuratore capo - chiamato per andare in Siria in guerra santa, ma lui ha risposto di volere rimanere in Italia perché voleva fare proselitismo, al punto che in un'intercettazione dice: 'Devo convincere alla guerra santa'. Nel computer e nel telefonino, inoltre, sono stati rinvenuti molti video, ma ci preoccupava che andava molto in giro e frequentava una moschea, dove era possibile fare proselitismo".

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: