venerdì 15 dicembre 2017
L'uomo ha ingaggiato un conflitto a fuoco con la Guardia Civil prima d'essere arrestato. In Italia aveva già commesso due omicidi
Spari e 3 morti: preso in Spagna Igor «il russo»
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Ha sparato e lottato fino alla fine Igor “il russo”, il killer di Budrio. Poi stanotte, dopo l'ennesima strage costata la vita a ben tre persone (due agenti e un civile, un pastore della zona), è stato finalmente arrestato in Spagna, a sud di Saragozza, al termine di un conflitto a fuoco con la Guardia Civil. Era vestito in uniforme, carico d'armi, pronto a tutto: tanto che, secondo quanto riferito dagli inquirenti spagnoli, avrebbe ucciso le due guardie nonostante indossassero giubbotti antiproiettile. Sapeva dove sparare, senza pietà, Igor.

Il serbo Norbert Feher, alias Igor Vlacavic, molto probabilmente un ex militare, era ricercato in Italia e all'estero per gli omicidi del barista di Budrio Davide Fabbri e della guardia ecologica volontaria Valerio Verri e sospettato anche dell'uccisione del metronotte Salvatore Chianese. Ora difficilmente le autorità italiane potranno ottenerne l'estradizione: la consegna dell'uomo all'Italia, che aveva spiccato un mandato di cattura europeo nei suoi confronti, sarà anzi molto probabilmente sospesa dall'Audiencia Nacional spagnola «fino al processo o fino all'esecuzione della pena» per gli omicidi commessi in Spagna.

«Un ringraziamento alle autorità spagnole, all'Arma dei carabinieri e il pensiero va alle vittime di Budrio e alle vittime in Spagna». Così il ministro dell'Interno Marco Minniti, a Rimini in prefettura per la firma del "Patto per la sicurezza avanzata" alla presenza dei 25 sindaci della Provincia, ha commentato le notizie drammatiche che arrivano dalla Spagna. Il premier Gentiloni ha affidato al Twitter il suo cordoglio per le vittime: «Ho fatto le mie condoglianze a Mariano Rajoy per i due agenti e per il cittadino spagnolo uccisi stanotte nel corso dell'arresto del criminale Igor. Il mio pensiero va alle vittime di Budrio e alle loro famiglie».

Nove mesi di terrore e sangue

La latitanza di Igor è durata nove mesi. Per molto tempo nemmeno il suo nome è stato una certezza per gli investigatori che gli hanno dato la caccia tutta estate tra le campagne di Bologna, Ferrara e Ravenna, cercando di mettere insieme brandelli di tracce lasciate tra l'1 e il 7 aprile quando l'uomo irrompe in una tabaccheria di Riccardina di Budrio, in provincia di Reggio Emilia, e uccide il titolare Davide Fabbri. La sua identità è a lungo confusa dagli alias: Igor "il russo", poi Ezechiele, infine Norbert "il serbo". La sua fugga tiene per settimante sotto scacco centinaia di carabinieri e uomini delle forse dell'ordine che gli dabbo la caccia.

Viene ricercato da più di militari dei servizi speciali, tra Tuscania e Cacciatori di Calabria, lo cercano giorno e notte tra le campagne di Bologna, Ferrara e Ravenna, con l'ausilio di cani molecolari, elicotteri e droni. Il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, prende parte personalmente ad almeno due vertici con chi guida le operazioni. Il ministro dell'Interno, Marco Minniti, anche lui in visita a Molinella, assicura che "fino a quando non sarà catturato noi non ci fermeremo". Ma il killer di Davide Fabbri e di Valerio Verri, la guardia ambientale uccisa una settimana dopo, assume la forma del fantasma.

I primi fatti di sangue risalgono alla sera dell'1 aprile, quando una persona armata di fucile e di una pistola (risultata rubata due giorni prima ad una guardia giurata) fa irruzione in un bar di Riccardina di Budrio e nel tentativo di rubare l'incasso della giornata uccide con un colpo il titolare Davide Fabbri dopo aver minacciato la moglie.

Una settimana dopo, il 7 aprile, avviene il primo avvistamento durante un controllo a Portomaggiore, nel Ferrarese. Le due guardie ambientali di pattuglia vengono prese d'assalto dalla furia del killer che spara sei colpi di pistola mettendone a segno 5, uccidendo il volontario Valerio Verri e ferendo gravemente il collega Marco Ravaglia.

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