venerdì 21 febbraio 2020
Alla Milano Fashion Week 2020 il decano degli stilisti denuncia l'imposizione di tendenze che imprigionano le donne. E sulle passerelle di alcuni colleghi salgono giovanissime platealmente sottopeso
Armani e "le donne stuprate dagli stilisti". A Milano modelle magrissime
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È una battuta o una grande verità, quella che il decano degli stilisti italiani, Giorgio Armani, ha proclamato a margine della Milano Fashion Week 2020? Lui opta per la prima, consapevole di aver gettato un sasso nello stagno: "Si può stuprare una donna in vari modi: o buttandola in un sottoscala o suggerendole di vestirsi in un certo modo". Sotto accusa la volontà dei colleghi di suggerire tendenze, diktat stilistici che possono risultare prigioni per le donne.

La sua collezione, ha proseguito il maestro, dà libertà, al contrario di altri stilisti che impongono cifre impossibili se non irrispettose. "Non è libertà invece la signora che cammina per strada vede un manifesto di una donna con il seno e il fondoschiena in vista, e vuole farlo anche lei: questo è un modo per stuprare".

Parole che trovano una sponda in decine di pagine di pubblicità che in questi giorni affollano le pagine dei quotidiani e i cartelloni cittadini proprio in coincidenza con l'happening milanese: e sembra francamente di essere tornati agli anni Ottanta. Un esempio: Jennifer Lopez, testimonial di una storica maison italiana oggi di proprietà americana, Versace, con uno scollo ombelicale che non cela nulla.

Sui social poi stanno facendo rumore alcune modelle/i utilizzati da Gucci per presentare la collezione donna autunno-inverno 2020: almeno un paio di loro sono magrissime ai limite della sopportazione.

Una modella emaciata alla sfilata Gucci

Una modella emaciata alla sfilata Gucci - Ansa

Guardate ad esempio il look numero 5 o 9 o 15 e soprattutto il numero 11 (qui sopra) e giudicate. Senza entrare nella valutazione estetica della collezione, c'è da chiedersi come sia possibile tollerare nel 2020 vedere sulle passerelle modelle così incredibilmente emaciate da far pensare alla malnutrizione.

Eppure le richieste dalla Camera della moda di Milano agli stilisti per una autoregolamentazione in tal senso risalgono al 2006. E nel 2011 la stessa Camera della Moda aveva dato l’ok a "sentinelle" che prima delle sfilate controllassero lo stato di buona salute delle modelle. Niente da dire?


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