sabato 21 settembre 2019
Per mettere in sicurezza le classi stanziati 296 milioni, nel cratere lavori conclusi entro 3 anni. Da Barilla donazione per la palestra di San Demetrio ne’ Vestini. «A fianco di 500 bambini e adulti
I ragazzi giocano durante la festa dello sport nella palestra donata dal gruppo Barilla di Parma

I ragazzi giocano durante la festa dello sport nella palestra donata dal gruppo Barilla di Parma

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Fa tenerezza vederli arrampicarsi sul quadro svedese sorretti dalle insegnanti. Oppure provare a fare una capriola centrando perfettamente i grandi anelli sospesi, sicuri che il materasso sottostante attutirà qualsiasi errore di movimento. Oggi è la festa dello sport a San Demetrio ne’ Vestini, il Comune a sedici chilometri dall’Aquila. Ma l’allegria è doppia se a permettere da ora in poi – in ogni stagione dell’anno – di poter praticare sport a tutti i 500 alunni dell’istituto comprensivo Rossi c’è un moderno impianto di termoregolazione e l’attrezzatura necessaria per undici discipline ad arredare la palestra. «Vietato dire non ce la faccio. Scendi in campo e vieni a divertirti», lo slogan scelto dalla Barilla per festeggiare – a dieci anni dalla prima donazione della cittadella scolastica, frequentata da studenti di undici paesi limitrofi – il nuovo regalo alle popolazioni terremotate: una palestra attrezzata e una nuova mensa con centro polifunzionale, in cui partiranno presto corsi di educazione alimentare e di storia dei prodotti del territorio.

Una vicinanza che si inserisce nel più vasto piano Scuole d’Abruzzo. Il futuro in sicurezza avviato dallo Stato per mettere un tetto sicuro sulla testa degli studenti della regione con uno stanziamento complessivo di 296 milioni di euro, di cui 155 per adeguare sismicamente 150 istituti del cratere sismico (i restanti fondi sono destinati a L’Aquila). Un programma che è nel cratere «attuato al 75% e che contiamo di completare entro due-tre anni», sottolinea Raffaello Fico, l’ingegnere a capo dell’Ufficio speciale per la ricostruzione del cratere. Infatti ad oggi, aggiunge, «sono conclusi 49 cantieri (23,5 milioni), 26 sono in lavorazione (39 milioni), 22 lavori (39,5 milioni) sono in fase di affidamento e 39 interventi (per 46 milioni) in fase di programmazione o progettazione». Un percorso in cui non sono stati coinvolti soltanto i sindaci, «ma gli insegnanti e i ragazzi», alle volte aiutato anche da partnership pubblico-privato. Come nel caso di Barilla.

Dieci anni fa infatti, nel settembre 2009, quella di San Demetrio fu la prima scuola in muratura in tutto il cratere riaperta a 100 giorni dal sisma che diede sicurezza ai ragazzi di tutto il circondario. A raccontare quei giorni Elisa Climastone, adesso a ridosso della laurea ma all’epoca alunna delle medie e sindaco dei ragazzi. Il passaggio tra avere la ghiaia delle tende sotto i piedi e il cielo stellato che spunta a sera sul soffitto dell’ala infanzia dell’istituto non l’ha dimenticato.

«Sentivamo la responsabilità di ringraziare per questo tesoro ricevuto – il suo racconto – impegnandoci di più tra i banchi, dove ognuno si è costruito un futuro, un nuovo inizio». Ed è difatti nel «contagio positivo» e nella «continuità che si valorizzano le idee», dice Paolo Barilla, vicepresidente del gruppo di Parma. Perciò sport e alimentazione sono i due valori su cui si è scelto di investire in questa comunità ferita. «Innovazione per noi significa in una scuola integrare l’attività fisica con la nutrizione», da qui – continua il manager per tutto il giorno circondato da bambini festanti – la scelta di aggiungere una cucina professionale e laboratori del buon mangiare. La cucina come lo sport così sono gioia, «ma anche salute e corretta nutrizione: è cultura di vita. In questo modo completiamo quello che abbiamo iniziato qui a San Demetrio dieci anni fa».

Nel 2009, al taglio del nastro dell’istituto reso antisismico, c’era anche il vescovo di Parma Enrico Solmi. Oggi come allora ricorda che «il pane quotidiano non è solo quello che si mangia, ma anche istruzione e formazione rivolta ai piccoli come alle loro famiglie». L’esperienza di San Demetrio quindi dimostra, continua il vescovo emiliano, che «qualora c’è unità di intenti, sinergia pubblico-privato e volontà di non dividersi nel far del bene», si riesce a fare davvero il bene comune. E «aiutare i più piccoli, in un territorio, significa ridargli futuro».

Per chi ha scelto di restare tra queste montagne però, il futuro (anche lavorativo) si costruisce a partire da ciò che ha reso importante questo territorio, come i prodotti della terra. Ecco perché il sindaco di San Demetrio ne’ Vestini, Silvano Cappelli, pensa già a come rendere laboratori di memoria i corsi di educazione alimentare che verranno avviati nella nuova mensa. «Coltivo da tempo l’idea di un percorso di conoscenza sui grani antichi», il suo desiderio, visto che il paesino di duemila anime in passato era conosciuto proprio per la sua tradizione di panificazione. In pochi sanno, infatti, «che qui nacque "la senatore Cappelli" – spiega – un tipo di frumento che è il padre di tutti i grani per le sue caratteristiche. È da questo passato che dobbiamo ripartire».


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