martedì 6 aprile 2010
Oltre 25mila persone alla commemorazione. Alle 3.32 308 rintocchi di campana hanno ricordato i morti nella tragedia. Poi la messa solenne celebrata dall'arcivescovo Molinari: «Il Signore della vita possa far nascere un popolo nuovo per costruire una città nuova». Il messaggio del Papa: «Ricostruzione umana e sociale fondata sulla salda roccia della fede in Cristo risorto».
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Questa volta alle 3.32 c'èstato solo un lunghissimo silenzio, seguito da 308 rintocchi della campana delle Anime Sante: gli aquilani si sono ritrovati in tanti - oltre 25 mila - in quella piazza del Duomo dove un anno fa accorsero feriti, spaventati, addolorati per il terribile terremoto che aveva distrutto la loro città e ucciso parenti, amici, studenti venuti da lontano. C'è stata, sì, una scossa di terremoto, alle 2:57, ma di magnitudo 2.2, ovvero niente rispetto a quella di 6.3 del 6 aprile 2009.   È stata una notte diversa, illuminata da migliaia di fiaccole, candele, lumini che dalla sera prima avevano dato luce lungo le strade buie ai quattro cortei silenziosi partiti da altrettanti quartieri per raggiungere la zona rossa del centro storico. Un gesto di grande valore simbolico non solo per commemorare le vittime, ma anche per ribadire la volontà di tornare ad occupare il cuore della città e, quindi, di riappropriarsi di un'identità ferita per la lontananza forzata.Quattro cortei - composti da giovani, anziani, alcuni con le stampelle, giovani coppie con i bambini nelle carrozzine - aperti ognuno da un gruppo di parenti delle vittime e dai vari comitati cittadini che da un anno si battono per tenere alta l'attenzione rispetto ai problemi della ricostruzione e per pungolare le autorità.L'Omelia di dell'arcivescovo Molinari. Non c'è stata alcuna contestazione lungo i percorsi nè quando, tutti assiepati nella piazza principale, è stata attesa l'ora fatidica. Prima sono stati letti i nomi delle 308 vittime, poi sono seguiti i rintocchi della campana. Alla fine, in silenzio e con i ceri e le lampade ancora accesi, il ritorno a casa - per moltissimi lontano dall'Aquila - o alla Basilica di Collemaggio per la messa solenne dell'arcivescovo Giuseppe Molinari, il quale ha esortato a fare in modo che «questa notte segni l'inizio di un nuovo cammino con l'aiuto di Dio». «Perché non sperare – ha continuato mons. Molinari – che questa tragedia possa segnare una reale e quasi inevitabile divisione tra un mondo vecchio, deformato dall’egoismo, e un mondo nuovo trasfigurato dall’amore e dalla bellezza? Ce lo chiedono i nostri morti, ce lo chiedono i nostri ragazzi e i nostri giovani (che faranno L’Aquila del domani). Ce lo chiede la nostra coscienza. Ma, soprattutto, la nostra fede!». «Anche dalla nostra immensa tragedia – ha proseguito l’arcivescovo – il Signore della vita, possa far nascere un popolo nuovo, uomini e donne capaci di riconoscere ciò che è vero, giusto e buono, il vero bene di tutti, e gioiosamente appassionati nel costruire una città nuova, L’Aquila del futuro, la città che sogniamo, desideriamo e che tutti vogliamo costruire con le nostre mani, il nostro cuore e la nostra mente. Ma soprattutto con la nostra fede e la nostra speranza». Il messaggio del Papa. «Un anno dopo il tragico terremoto che colpì L’Aquila e Provincia, il Santo Padre Benedetto XVI desidera esprimere alla Chiesa aquilana e alla comunità civile i sentimenti della sua spirituale vicinanza e rinnovare un incoraggiamento per la ricostruzione umana e sociale fondata sulla salda roccia della fede in Cristo risorto e, mentre esorta a custodire sempre il secolare patrimonio religioso e morale del nobile popolo abruzzese, assicura uno speciale ricordo nella preghiera invocando la celeste intercessione della beata vergine Maria e dei Santi patroni e invia di cuore a vostra eccellenza con il vescovo ausiliare e al presbiterio diocesano e ai religiosi e ai fedeli tutti la confortatrice benedizione apostolica». È il messaggio di papa Benedetto XVI, a firma del segretario di Stato Vaticano, card. Tarcisio Bertone, letto, questa notte, al termine della celebrazione nella basilica di Collemaggio, dal vescovo ausiliare di L’Aquila, mons. Giovanni D’Ercole.    Alcune ore prima, alcune persone che assistevano al consiglio comunale tenuto nella chiesa delle Anime Sante, avevano fischiato mentre veniva letto il messaggio del presidente del Consiglio, SilvioBerlusconi. Il dissenso zittito dall'intervento del sindaco, Massimo Cialente, che ha ringraziato il presidente della Repubblica, quello del Consiglio, la Protezione civile per l'attenzione avuta nei confronti della città.
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