giovedì 14 aprile 2016
Un terzo lavoratore è stato salvato e trasportato in ospedale. Oltre a questo caso negli ultimi 10 anni si sono contati 9 morti nel settore del marmo.
Frana in una cava sulle Apuane
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Tragedia sul lavoro in Toscana. Due cavatori inghiottiti dal crollo di duemila tonnellate di marmo e detriti, un altro salvo per miracolo perché aveva l'imbracatura, quella usata da coloro che in gergo si chiamano 'tecchiaiolì : si è consumata così l'ennesima tragedia sul lavoro nelle cave dove si estrae il marmo di Carrara. Il direttore della cava teatro dell'incidente, quella dei fratelli Antonioli nel bacino Gioia, per lo choc ha avuto un infarto ed è stato trasportato in ospedale. L'allarme al 118 è arrivato alle 13,48 quando il monte si è sbriciolato con un grande boato. Sul posto sono arrivati subito i soccorsi e l'elicottero con il quale è stato tratto in salvo l'operaio, con l'imbracatura, che era rimasto sospeso in aria. Il suo compito sarebbe stato quello di rimuovere i detriti dal tetto della cava. Per lui, 48 anni, residente in una frazione di Massa, la corsa in ospedale e il ricovero, se la caverà in 30 giorni. Difficoltose le ricerche dei due cavatori dispersi dopo la frana del costone. Secondo una prima ricostruzione, sembrava che gli operai fossero precipitati nel vuoto per una trentina di metri e con loro anche una macchina tagliatrice. Si è poi appreso, invece, che i due, di 55 e 46 anni, abitanti come il loro collega nella zona di Massa, sarebbero stati sepolti dalla frana mentre stavano lavorando sotto la cima della cava dove si stava mettendo in sicurezza la parete del taglio del marmo. Per cercarli i vigili del fuoco, sul posto con 50 uomini di vari comandi della Toscana, sono intervenuti anche con le unità cinofile, con gruppi elettrogeni e torri faro che permettono loro di lavorare anche con il buio. Ma prima di avviare le ricerche dei due cavatori, hanno dovuto consolidare l'area interessata dallo smottamento per operare in sicurezza. Immediata la risposta dei lavoratori del settore che domani sciopereranno per l'intera giornata. "Chiederemo al sindaco di Carrara il ritiro della concessione per chi non rispetta le norme di sicurezza in cava - ha detto il segretario della Cgil di Massa Carrara Paolo Gozzani-. Quei ragazzi lì sotto non ci dovevano stare; è ora di finirla di raccontare frottole ai lavoratori". Per il governatore della Toscana Enrico Rossi, che si è recato subito a Carrara, si tratta di un "incidente inaccettabile" e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti sostiene che si deve "fare di più per la prevenzione". "Quella di Carrara è un'altra durissima tragedia per il mondo del lavoro. Come Commissione d'inchiesta sugli infortuni del lavoro ci attiveremo per comprendere circostante e responsabilità. È evidente, però, che occorre lavorare con sempre maggiore intensità per rimuovere alla radice le condizioni di insicurezza che ancora mettono a repentaglio la salute e la vita dei lavoratori". Lo dice il senatore Daniele Borioli, capogruppo del Pd nella Commissione d'Inchiesta sugli infortuni sul lavoro. LA SCHEDA Nove morti in dieci anni Nove morti, oltre ai due dispersi di oggi, negli ultimi dieci anni alle cave di Carrara e un ferito ogni due giorni: i dati choc sono quelli diffusi di recente dall'Asl di Massa Carrara, che testimoniano come i rischi nell'attività estrattiva siano ancora elevati. Sono stati 1.258 gli infortuni dal 2005 ad oggi in ambito estrattivo. Considerato che le giornate lavorative sono circa 250 l'anno, il conto è di un infortunio ogni due giorni. L'ultima tragedia il 24 novembre 2015 quando perse la vita il cavatore Nicola Mazzucchelli, 46 anni, ucciso da una 'perlinà, una sfera di acciaio schizzata via dalla catena del filo diamantato durante il taglio di un blocco; il 29 agosto dello stesso anno nelle cave ai Campanili di Colonnata aveva perso la vita Brunello Maggiani, 46 anni, caduto da una bancata. Il 6 settembre 2014 era stato fatale il primo giorno di lavoro a Lurand Llanaj, 32 anni, autista albanese precipitato con il suo camion a Lorano. Il 2013, per fortuna, è passato indenne, nessun morto anche se i feriti sono stati 81. L'anno prima, l'8 settembre 2012, una scaglia di marmo staccatasi da un blocco aveva ucciso Lucio Cappè, 47 anni, che stava lavorando sulla bancata della cava di Calocara dell'azienda Fb Cave. Ancora una morte bianca il 16 novembre 2011: Enrico Mauceri, 34 anni, padre di due bambine, è rimasto folgorato da una scarica di 15mila volt mentre stava tinteggiando una cabina Enel nella cava Ruggetta.
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