mercoledì 6 aprile 2016
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Tangenti mascherate da consulenze, incarichi professionali e contributi elettorali. Con questo sistema sarebbero stati pilotati gli appalti per la realizzazione di due lotti, il 3 e l’8, della Sassari-Olbia. Secondo i magistrati del Tribunale di Oristano, che ieri hanno chiesto e ottenuto 16 arresti (13 ai domiciliari) e un obbligo di dimora, al vertice della “Squadra” che chiedeva mazzette ci sarebbe l’imprenditore, Salvatore Pinna, titolare di due aziende coinvolte nelle indagini, arrestato. In carcere sono finiti anche il vicepresidente del Consiglio regionale della Sardegna, Antonello Peru e l’ex-consigliere Angelo Stochino, entrambi di Forza Italia. A Peru la Guardia di finanza ha perquisito l’ufficio e l’abitazione di Cagliari. Queste misure cautelari sono state prese nell’ambito del secondo troncone d’inchiesta sugli appalti pilotati, più nota come “Sindacopoli” che lo scorso anno aveva fatto finire in manette 21 persone tra amministratori locali, professionisti e funzionari. In tutto le persone indagate sono 95. Sono pesantissime le accuse mosse nei confronti di Peru e Stochino. I due devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata a controllare l’affi-damento degli appalti sia sul fronte degli incarichi professionali di progettazione sia per gli appalti integrati. «Peru e Stochino – scrive il Gip Annie Cécile Pinello del Tribunale di Oristano – sfruttavano i poteri e l’influenza connessa alle cariche pubbliche elettive ricoperte per indirizzare gli organi politici regionali al finanziamento di opere pubbliche da realizzare nel territorio costituente il proprio bacino elettorale, in modo da controllare, attraverso l’influenza esercitata sugli amministratori degli enti locali, l’assegnazione degli appalti secondo il proprio tornaconto economico elettorale». Secondo la ricostruzione della Procura di Oristano, che ha sentito i rappresentanti delle aziende aggiudicatarie degli appalti per un valore complessivo di 128 milioni di euro, gli imprenditori avrebbero versato alla “Squadra” di Pinna una tangente di 300mila euro. Una metà della tangente al politico di riferimento, l’altra metà a disposizione della «Squadra». Secondo le risultanze dell’inchiesta, gli accordi, inoltre, prevedevano anche il pagamento di un’ulteriore tangente di 800mila euro da distribuire fra politici e funzionari corrotti mascherandola con contratti fittizi per prestazioni professionali di vario genere da rendere nell’ambito dell’appalto stesso. Nell’ordinanza, gli inquirenti scrivono che Pinna, considerato il fulcro attorno a cui ruotava il presunto giro di tangenti, poteva contare sull’appoggio di due dipendenti Anas: a Roma di Nicola Dinnella e sull’isola di Sandro Agostino Urru. Questi ultimi avrebbero preteso dalle imprese una “quota” fissa del 3 per cento sull’importo a base d’asta. Dal provvedimento della magistratura emerge anche una tentata turbativa d’asta per un altro lotto (il numero 6) della nuova strada statale Sassari-Olbia. Sarebbe fallito in quanto la ditta Italiana Costruzioni, interessata all’appalto, non avrebbe dato alcuno spazio all’intermediario che avrebbe dovuto garantire la possibilità di influenzare la commissione designata per aggiudicare l’appalto. Intanto, l’Anas ha già annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile nell’eventuale giudizio. L’azienda, si legge in una nota, «ha ottenuto gli atti dell’inchiesta per valutare l’adozione di provvedimenti disciplinari, eventualmente fino al licenziamento, a carico dei dipendenti implicati». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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