giovedì 30 luglio 2015
​Siglato protocollo innovativo con l'Anac: possibile stop prima delle sentenze. Al lavoro la giunta rinnovata. Il sindaco: «Finora abbiamo spalato melma».
INTERVISTA Il vicesindaco Causi: norme speciali contro Mafia Capitale
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Sarà l’Anac a vigilare, insieme al Comune di Roma, sugli appalti del Campidoglio, in particolare su quelli in programma per l’imminente Giubileo. A questo scopo l’Autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone e il sindaco Ignazio Marino hanno siglato ieri un protocollo di 'vigilanza collaborativa'. Un primo accordo riguarda dieci gare, di cui quattro già decise e sei in via di definizione, perché si tratta delle «più importanti che e faremo per le attività del Giubileo», ha riferito il primo cittadino della Capitale lasciando la sede dell’Anac, dove c’è stata la firma, alla presenza dell’assessore alla Legalità Alfonso Sabella.  Nell’accordo sta scritto che «avremo il potere e l’autorità di interrompere un contratto se il nostro interlocutore, per esempio, viene arrestato o anche semplicemente rinviato a giudizio e non giudicato », ha detto Marino. A Cantone e Sabella, il sindaco ha espresso il suo ringraziamento per l’accordo, approvato in giunta a giugno. Tre le aree in cui ci si è concentrati: lavori pubblici, verde e attività dei servizi sociali. Marino si è detto anche «felice», perché Roma è il primo Comune a firmare un atto che «permette di avere un controllo ulteriore su qualunque acquisto di bene e servizi».  Il protocollo – sottolinea una nota dell’Anac – «è finalizzato a verificare la conformità degli atti di gara alla normativa del Codice dei contratti pubblici, nonché all’individuazione di clausole e condizioni idonee a prevenire tentativi di infiltrazione criminale». La stipula dell’atto «rientra nella collaborazione che l’autorità sta portando avanti da tempo con vari enti locali» e per Roma «si ricollega all’attività ispettiva partita nei mesi scorsi». Questo atto formale arriva nel primo giorno di operatività della nuova giunta. Varata da Marino per rilanciare l’attività dell’amministrazione capitolina dopo gli scandali di Mafia Capitale. «In due anni abbiamo tolto la melma», ha proseguito Marino evocando un parallelo con l’alluvione di Firenze. «E adesso rimettiamo in ordine la città». Ma anche nel giorno in cui sono avvenuti fatti eclatanti, come il sequestro del porto turistico di Ostia. Per non parlare delle indiscrezioni di stampa che hanno riferito di un occhio particolare del governo sulla Capitale. Dalla relazione del prefetto Franco Gabrielli, in mano al ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Alla quale di fatto la firma di ieri dà concretizzazione. Marino sottolinea la «discontinuità» con il passato. Invece sull’ultimatum del presidente del Consiglio Matteo Renzi, riferito dai giornali («Marino ha tre mesi di tempo per cambiare rotta»), l’interessato dice di non credere che la frase sia stata mai pronunciata. Il nuovo corso inizia con vertici su trasporti e conti. In assemblea capitolina continua la mini-maratona per dare l’ok entro il 31 luglio all’assestamento di bilancio 2015. L’incognita rimane Sel pronta a mettersi di traverso in Aula, annunciando una sorta di 'Vietnam'. Su questo fronte va all’attacco il M5S. «Marino di fatto è stato commissariato con uomini di fiducia di Renzi, parlamentari che manterranno la loro poltrona da 19mila euro al mese e faranno part time gli assessori rinunciando, bontà loro, a 4mila euro al mese nella città più difficile del mondo», si legge in una nota, con riferimento al vicesindaco Causi e all’assessore Esposito.
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