martedì 24 marzo 2020
Altra mossa per chi viola i divieti: via la denuncia, c'è sanzione amministrativa. Droni per controllo spostamenti. Ai prefetti il potere di disporre dell'Esercito. Misure prorogabili fino a 31 luglio
Varato nuovo decreto: multe fino a 3mila euro e stop 30 giorni ad attività
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Le regole cambiano di nuovo, o meglio ancora una volta. Dopo aver rimesso mano, lo scorso fine settimana, ai provvedimenti che limitano le libertà di movimento e le imprese che possono rimanere aperte mentre le altre devono chiudere (con la definizione di una lista di 80 attività ancora possibili), oggi si è riunito il Consiglio dei ministri che ha approvato un nuovo decreto- legge per inasprire le sanzioni a carico di chi viola le norme anti-contagio. IL decreto prevede, fra le altre cose, che le disposizioni in vigore possano essere "reiterabili più volte fino al 31 luglio". Data puramente indicativa, ma comunque presente nel testo.

Il principio del nuovo testo è quello di meglio organizzare il quadro delle normative già varate finora per contenere il contagio da coronavirus e di rafforzare le norme introducendo una sanzione amministrativa, ma non penale, per chi esca di casa senza giustificazione. In sostanza, non scatterebbe più la denuncia in base all’art. 650, che non sta dando i risultati sperati e fa solo crescere i soggetti denunciati: sarebbe emessa subito una sanzione amministrativa, una contravvenzione, fissando un importo salatissimo, dai 400 ai 3mila euro. Oggi, invece, è prevista un’ammenda di 206 euro (anche se l’ordinanza della Regione Lombardia sabato ha disposto un tetto ancora più elevato, a 5mila euro). Per i negozi e le attività in genere che non rispettano i divieti d'apertura è disposta la sospensione da 5 a 30 giorni, da scontare ovviamente quando la fase dell'emergenza sarà finita Prevista inoltre la possibilità di norme locali ancora più restrittive rispetto al quadro nazionale, ma per un periodo limitato, mentre le ordinanze locali già in vigore continueranno a essere applicate per 10 giorni.

Un'altra norma prevede che per attuare le misure per il contenimento del coronavirus i prefetti, dopo aver informato il ministro dell'Interno, possono far ricorso alle Forze di polizia e anche all'esercito. Al decreto si affianca una circolare inviata dal Viminale ai prefetti che chiarisce e disciplina la "valutazione" che essi devono fare sulle aziende rimaste aperte per un loro eventuale stop: il testo dice che le fabbriche ancora in attività "sono tenute" a comunicare al prefetto "le imprese e le amministrazioni beneficiarie dei prodotti e servizi attinenti alle attività consentite", nonché "la ricorrenza delle condizioni previste dalla norma per la prosecuzione dell'attività". La comunicazione non va fatta solo qualora si tratti di attività finalizzata ad assicurare un "servizio pubblico essenziale".

Escluso il sequestro della macchina o del motorino, ma la sanzione sarà più dura di un terzo per chi viaggia in auto. Infine, per il controllo degli spostamenti dei cittadini si è previsto l’utilizzo dei droni: un’ordinanza dell’Enac, l’ente di controllo dei voli, ha già dato l’ok al loro impiego, richiesto in queste ore da molti sindaci.

L’aumento delle sanzioni pecuniarie appare motivato dalla necessità di contenere, agitando lo spauracchio della maximulta, i rischi connessi a un numero ancora elevato di denunciati: 10mila solo oggi, 107mila finora dall’11 marzo su oltre due milioni di controlli, secondo i dati diffusi dal Viminale. Nell’ultima bozza disponibile, inoltre, alla «chiusura al pubblico di strade urbane, parchi, aree gioco, ville» o giardinetti, si aggiunge quella generica di «altri spazi pubblici» e si inseriscono le «sale da concerto» fra i locali chiusi come teatri e cinema.

Ordinanze locali. Per attenuare i conflitti con gli Enti locali, l’ultima bozza consente ai presidenti di Regione e ai sindaci di emanare «in relazione a specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento ovvero di attenuazione del rischio sanitario verificatesi nel loro territorio» di introdurre o sospendere l’applicazione di determinare misure. Ma l’efficacia di queste ordinanze locali verrebbe limitata al massimo a sette giorni.



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