mercoledì 1 ottobre 2014
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C’è uno “sciame” di piccole “api” colorate che sta invadendo Milano. "Ape" nel senso dei mitici veicoli a tre ruote che da sempre rimandano a una forma di commercio a portata di mano e di portafoglio. E infatti qualcuno le chiama già le api anti crisi. Nessuno stereotipo: non si tratta del venditore ambulante che (immagine tutt’oggi frequente al Sud) circola nel quartiere a passo d’uomo e con il megafono esalta (meglio se in idioma locale) la qualità della sua frutta e verdura. No, qui si tratta di giovani imprenditori che per mettersi in proprio scelgono non la via del negozio tradizionale, ormai giudicato troppo costoso, ma il piccolo mezzo urbano, lo personalizzano (esistono perfino ditte specializzate nell’«ape shop»), e propongono una nuova idea di vendita al dettaglio. Posizione strategica (gli incroci più vicini alle vie dello shopping), approccio colloquiale e immediato, e lancio pubblicitario sui social (a cui si rimanda anche per luogo e orario di attività giornalieri, che cambiano per abbracciare il più possibile angoli diversi della città.

Succede anche a Roma e in altri capoluoghi, ma la metropoli dell’Expo ha una marcia in più, complici eventi “diffusi” come il Fuorisalone nella settimana del design. Così le api negozio diventano sempre più un brand. Se le api dedicate all’abbigliamento da donna hanno fatto capolino già da alcuni anni (Malandra, Sobimilla), recentissima è straBerry, l’ape car che rivela al suo interno profumatissimi cestini di fragole, more e mirtilli coltivati raccolte in giornata nelle campagne alle porte di Milano (Cassina de’Pecchi) con tecniche sostenibili. Sul versante dello "street food" la strada è già insita nel nome, ma la tentazione di innovare e raggiungere il pubblico è forte anche per le attività strutturate (come una grande catena di "bakery" e diverse ditte di gelato che rispolverano una versione aggiornata dell'antico carretto), o imprenditori “emigranti”, come LùBar che dalla riserva siracusana di Vendicari porta a Milano gli arancini preparati con materie prime siciliane doc. Infine c’è l’ape “attaccabottone”: una collezione di t shirt con un’idea forte e semplice: «Tornare a parlare, ora». E difatti ogni maglietta “dice” qualcosa. Spesso provocando: una frase è l’esatto contrario dello spirito di chi si mette in gioco a bordo di un’ape car:  «Se stavo a casa era meglio».

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