martedì 29 ottobre 2019
La longevità: una risorsa per l'Italia. Il Rapporto Censis sulla Silver Economy mostra come gli ultrasessantacinquenni siano buoni consumatori di cultura e generatori di welfare e relazioni sociali
Anziani più ricchi e "spendaccioni" dei giovani
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Persone mediamente in buona salute, con solide posizioni patrimoniali e una notevole propensione al consumo, in particolare nei settori del tempo libero e della cultura. Ecco, in sintesi, il ritratto dell'italiano ultrasessantacinquenne che emerge dal 1° Rapporto Censis-Tendercapital, sulla cosiddetta Silver Economy e sulle sue conseguenze presentato stamattina a Roma. Ma la ricerca, che punta l'attenzione sui "buoni investimenti" mostra innanzitutto come l'anziano in Italia sia un "generatore di welfare sociale e di relazioni", protagonista - si dice nella relazione - "di una silenziosa, quotidiana, profonda rivoluzione della società". Una figura lontana, quindi, dai soliti stereotipi dell'anziano "passivo" o "povero" che pesa cioè sulla collettività soprattutto in termini di spesa pubblica. I dati sulla longevità confermano che nel nostro Paese vivono 13,7 milioni di persone con 65 anni e più, che rappresentano il 22,8% della popolazione: un trend in costante crescita. La regione più longeva è la Liguria (28,5%), seguita da Friuli Venezia Giulia (26,2%) e Umbria (25,6%).

Il rapporto si basa su un'analisi de redditi, dei patrimoni, dei consumi ma anche dei fabbisogni, degli stili di vita e dei valori degli anziani ma considera anche aspetti più complessi come la cronicità e la non autosufficienza. I numeri del Rapporto Censis evidenziano inoltre che la ricchezza media degli anziani sia più alta del 13,5% di quella media degli italiani, mentre quella dei "millenial" è inferiore del 54,6%. Un elemento che dipende dall'alto tasso di disoccupazione giovanile, evidentemente. Altro aspetto: i consumi degli italiani soffrono, quelli degli anziani no: nell'ultimo biennio la spesa media della popolazione per consumi segna un +3,6% mentre quella degli anziani è cresciuta del 4,5% (quella dei giovanissimi invece è calata del 3%). Gli ultrasessantacinquenni, infine, spendono in un anno 2,3 miliardi di euro per musei e mostre (+47% in dieci anni), 2,2 miliardi per il cinema (+58,2), 2 miliardi per visitare monumenti e siti archeologici, che rappresentano le prime tre voci di consu,mi "per vivere meglio". E va considerato come gli anziani si occupano regolarmente dei nipoti, contribuiscono con risorse monetarie alla famiglia di figli e nipoti e si occupa di assistere altri anziani (soprattutto mogli, mariti o fratelli).

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