giovedì 8 agosto 2013
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«Come al solito l’Italia ha scelto la strada delle leggi draconiane ma con l’incapacità di farle rispettare». Angelo Troi segretario di Sivelp (Società italiana veterinari liberi professioni) spiega in questo modo la difficoltà a controllare la presenza di animali esotici - e talvolta pericolosi - nel nostro Paese.Professore, incontrare un boa sul ballatoio non è esattamente uno di quei faccia a faccia da augurarsi. Come è possibile che accadano fatti di questo genere, che animali pericolosi scorazzino nelle nostre strade?Spesso chi acquista un animale esotico non si rende conto di cosa comporti. Alimentazione, habitat, pulizia sono problemi importanti e così quando questi animali crescono - e spesso lo fanno più di quanto i proprietari si aspettino - i problemi diventano gravi e qualcuno si decide ad abbandonarli. Magari spinti dagli stessi familiari che non riescono più a sopportare tutti i problemi che una convivenza di questo tipo comporta.Ma non è possibile risalire ai proprietari? Talvolta questi animali - come i due serpenti a sonagli trovati alcuni anni fa nella pineta di Roma - sono molto pericolosi, possono provocare ferite mortali. In teoria la legge prevede che ogni animale esotico sia registrato. In altre parole chi ne acquista uno dovrebbe avere il benestare del Cites, un ufficio del corpo forestale dello stato. Ma c’è chi importa in maniera illegale soprattutto gli animali più pericolosi e quindi non va a denunciare il fatto alle autorità. Quindi la legge viene aggirataSì, soprattuitto perché è una legge che non tiene conto del fatto che ormai non è più possibile sbarrare le frontiere. In Europa c’è la libera circolazione e questo comporta anche un maggiore facilità di movimento per chi commercia - in maniera illegale - in animali.Quindi dobbiamo rassegnarci a convivere con questi scomodi rappresentanti della fauna?Sì, ma per avere maggiore sicurezza basterebbe modificare la normativa. In Germania, ad esempio, la legge prevede che si possano tenere molti più tipi di animali di quanto non consenta la nostra normativa. A due condizioni: che gli esemplari siano di allevamento e che gli aspiranti proprietari seguano corsi appositi e controllati. In questo modo chi decide di prendere un animale esotico sa a cosa va incontro. Quali problemi affontare a partire dalla gestione di un habitat confortevole e adatto per l’animale. E poi il cibo e la conservazione in piena sicurezza.Insomma un acquisto consapevole...Sì. Tanto che non sono pochi coloro che fanno marcia indietro e una volta che si rendono conto dell’impegno che comporta una simile scelta. E poi c’è da tenere in considerazione altri due fattori. Il primo è che l’acquisto di animali di allevamento evita l’impoverimento delle specie in natura e il contemporamento arricchimento di quelle organizzazioni malavitose che campano con questi traffici. E il secondo vantaggio?È di ordine sanitario. Non dimentichiamo che ogni animale esotico porta con sé alcuni “ospiti” come parassiti e batteri che possono risultare molto fastidiosi e in alcuni casi pericolosi per l’uomo. Un tipo di scimmie che va per la maggiore tra gli appassionati, ad esempio, ha dei parassiti molto fastidiosi per l’uomo. E spesso chi acquista questo tipo di animale non lo sa, salvo poi ritrovarsi a dover combattere una guerra che non aveva previsto.
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