martedì 11 luglio 2017
Dodici luglio 2016, il ricordo. Si scontrarono due treni sulla tratta Andria-Corato. Morirono ventitré persone e cinquanta rimasero ferite. L'inchiesta della Procura di Trani
La strage di Andria, un anno dopo: per ricordare 23 vite spezzate
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«Una cittadina pugliese la cui estate è stata insanguinata e non sarà più dimenticata. Frontale devastante tra due treni della “Ferrovia nord barese”, lamiere accartocciate e sbriciolate, la morte che sferza senza preavviso pendolari e studenti. Binario unico e sistema di sicurezza da secolo scorso», scrivemmo un anno fa. Raccontando quella scena surreale, un treno dentro un altro. Il dolore e le vite spazzate via in un istante, come quella di Jolanda, che si sarebbe dovuta sposare meno di due mesi dopo.

Si scontrarono due treni sulla tratta Andria-Corato alle 11 e 06 la mattina del 12 luglio 2016. Morirono ventitré persone e cinquanta rimasero ferite. L'inchiesta della Procura di Trani, ancora in corso, vede tredici indagati: oltre all'unico capotreno sopravvissuto all'incidente e ai due capistazione, vertici e funzionari della "Ferrotramviaria", società che gestisce la linea. Le ipotesi di reato sono il «disastro ferroviario», l'«omicidio colposo plurimo» e le «lesioni personali colpose plurime». Per gli inquirenti, la causa fu un errore umano dovuto all'utilizzo del blocco telefonico su una linea a binario unico. La tratta ferroviaria è ancora oggi sotto sequestro.

Lo scorso 27 aprile il governo ha destinato dieci milioni di euro a parenti delle vittime e feriti, attraverso un decreto firmato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi.

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