venerdì 6 febbraio 2015
Nuovo strappo alla famiglia: il Comune di Roma ha registrato un bambino di 4 anni come “figlio di due mamme” accettando la richiesta di una donna romana e della compagna argentina. Un caso analogo un mese fa a Torino.  (Francesco Ognibene)
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Roma imita Torino e registra il suo primo "figlio di due mamme", ma senza passare per una sentenza del tribunale com’era invece accaduto un mese fa in Piemonte. Il colpo di mano del Campidoglio nasce dalla richiesta di due donne – una romana e un’argentina – di registrare all’anagrafe capitolino il bambino di 4 anni che in Argentina risulta figlio di entrambe. Dopo la registrazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all’estero e l’isituzione del registro delle unioni civili, la giunta guidata dal sindaco Ignazio Marino infligge così un altro colpo alla famiglia e alla genitorialità creando la figura del "figlio di due mamme". Il via libera è giunto «dopo attenta valutazione degli uffici competenti e in linea con la sentenza della Corte d'Appello di Torino che ha permesso nel capoluogo piemontese il riconoscimento della trascrizione di un atto di nascita analogo – spiegano dall'Assessorato per le pari opportunità, retto da Alessandra Cattoi –. Il 4 febbraio all'Anagrafe di Roma è stato registrato il primo bambino con due mamme, si continuerà con le trascrizioni nell'interesse superiore dei minori: Roma deve dare risposte alle richieste dei cittadini anche in termini di diritti». La citazione della sentenza di Torino è tuttavia fuori luogo: il provvedimento dei giudici di appello – che erano intervenuti peraltro a riformare una sentenza di primo grado con la quale la richiesta di registrazione era stata rigettata – riguardava infatti un caso specifico e ben definito, e non è certo applicabile a un’altra vicenda con protagonisti e circostanze differenti. Come si ricorderà, il 7 gennaio la Corte d’appello di Torino aveva disposto la registrazione all’anagrafe della città di un bambino figlio di una coppia di donne (un’italiana e una spagnola) che l’aveva concepito con fecondazione eterologa. Le due si erano sposate in virtù della legge spagnola che lo consente ma avevano poi divorziato, e se a Barcellona – dove risiedevano – sono registrate come «genitore A» e «genitore B», in Italia non è possibile trovar loro una figura giuridica a oggi inesistente. Per tutelare il piccolo i giudici hanno dunque pensato di introdurre nell’ordinamento italiano la figura – inesistente – del figlio di due mamme, ordinando al Comune la registrazione dell’atto, cosa che l’ufficio anagrafico ha compiuto dopo alcuni giorni. L’assessore capitolino Cattoi definisce la registrazione come cittadino romano del bambino figlio della donna italiana e della compagna argentina un «atto dovuto»: «In questo momento questo bambino se si stampa un certificato di nascita risulta figlio delle sue due mamme, a differenza di quello che accadeva fino a ieri quando il certificato vedeva nome e cognome della mamma biologica mentre l'altro genitore era riportato come "omissis". Quel bambino si ritrovava in Argentina ad avere due genitori, e in Italia solo uno: questo non è possibile dal punto di vista del diritto di quel bambino, perché gli si toglie il diritto a un genitore, ma neanche da quello del buonsenso». Con la giustificazione dell’«interesse del minore» si passa sopra al fatto che la legge italiana non prevede una figura come quella introdotta nell’anagrafe di Torino e di Roma. Ma a questo punto c’è da chiedersi – proprio nel nome del buonsenso – quale sia il vero «interesse del minore»: avere due mamme?

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