sabato 7 maggio 2016
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Meloni: non mi ritiro. Tensioni nel Pd a Napoli per l’appoggio dei verdiniani ROMA Poche ore e tutte le liste per le amministrative saranno ai nastri di partenza. È il primo passo ufficiale verso il 5 giugno, quando andranno al voto 1.368 comuni, alcuni dei quali pesantissimi: Roma, Milano, Napoli, Torino, Cagliari, Bologna, Trieste, Cosenza. Il segno di queste amministrative è l’incertezza, pressoché ovunque. Sia per il primo turno sia per gli eventuali ballottaggi. Il Pd è chiamato a rincorse difficili gravate da grosse fibrillazioni interne legate soprattutto al peso dei verdiniani che ora si fa sentire anche nelle città. Il centrodestra è attraversato dalla frattura Salvini-Berlusconi che pesa sia a Milano dove la coalizione è unita intorno a Stefano Parisi e contro Beppe Sala, sia dove si è frantumata (a Roma sono candidati Meloni e Marchini). Nella capitale parte in vantaggio la candidata M5S Virginia Raggi ma con l’incognita di chi la sfiderà al ballottaggio tra Giachetti, Meloni e Marchini (Fassina è l’outsider a sinistra). A Napoli il sindaco uscente De Magistris è l’unico che potrebbe ambire a chiudere la partita già al primo turno, anche perché la candidata Pd Valeria Valente, uscita vincitrice da contestatissime primarie contro Antonio Bassolino, ora potrebbe essere abbandonata dalla sinistra dem a causa del sostegno esplicito dei referenti di Denis Verdini. Roma è il test più interessante. Perché M5S non parte da outsider ma da favorita. Perché Giachetti è renziano doc. Perché il centrodestra si presenta sia con il volto lepenista (Meloni), sia con quello moderato (Marchini). A ogni esito possono corrispondere diverse conseguenze su scala nazionale. Ieri Meloni, nel depositare le 5 liste a suo sostegno (tra le candidate anche Rachele Mussolini, nipote del Duce, mentre la sorella Alessandra è rimasta con Berlusconi e Marchini) ha smentito nuovamente la voce di un suo imminente ritiro per la gravidanza in corso. I leader nazionali saranno in campo con sfumature diverse. Berlusconi sarà molto presente a Roma, un po’ meno a Milano, ancora meno a Napoli. Un’incognita invece le mosse di Grillo. Mentre Renzi per ora sembra più concentrato sulla campagna referendaria che sulle amministrative. Alfano e Ap restano defilati, avendo alleanze a macchia di leopardo (a Milano nella coalizione di centrodestra, a Napoli con il Pd, a Roma con Marchini). Intanto una curiosità. Ieri il commissario straordinario di Roma, il prefetto Francesco Paolo Tronca, ha tolto al futuro sindaco della capitale una bella carta da giocare nei primi giorni al Campidoglio: ha annunciato lui l’atteso piano da 972 assunzioni (360 sono maestre per scuole e nidi) per la macchina comunale. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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