venerdì 23 novembre 2012
​L’allarme dell’Inail. Clini (Ambiente): 40mila siti inquinati. Il ministro Balduzzi: non c’è tempo da perdere, servono fondi.
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​«L'amianto è davvero una brutta bestia: apparso come soluzione quasi miracolistica alle esigenze poste dal tumultuoso sviluppo economico, si è rivelato progressivamente come una delle minacce più serie a sostenibilità ambientale e salute». Lo ha sottolineato il ministro della Salute, Renato Balduzzi, aprendo a Venezia la seconda conferenza  sull’amianto, in cui Alessandro Marinaccio, ricercatore dell’Inail, ha riferito che negli ultimi 15 anni si sono verificati ben 16mila casi di mesotelioma. «Vorrei che l’esito di questa conferenza fosse un vero e proprio piano nazionale sull’amianto, perchè vedo che ci sono le condizioni per redigerlo», si è augurato Balduzzi, davanti alla platea sella Fondazione Cini, con il ministro dell’Ambiente Corrado Clini che ha denunciato la presenza in Italia di circa 40mila siti con rilevanti tracce di amianto (400 a rischio), pari a 2,5 miliardi di mq di coperture. Le principali vittime sono i lavoratori esposti nella produzione e nella gestione dei rifiuti contaminati. L’Italia è stata fino alla fine degli anni ’80 il secondo produttore europeo di amianto in fibra dopo l’Urss e il maggiore della Comunità Europea, ma, dal 1992, l’uso dell’amianto è stato bandito. Il problema, dunque, è internazionale. Le proiezioni pubblicate per l’Italia prevedono un picco di 800-1.000 decessi all’anno tra il 2010 ed il 2020 o tra il 2012 e il 2025, seguito da un declino relativamente rapido. Il 7 dicembre a Bruxelles, al prossimo Consiglio europeo dei ministri della Salute, il governo italiano proporrà la costituzione di una rete europea di centri di eccellenza di ricerca per il contrasto alle malattie asbesto-correlate. La speranza - ha spiegato Balduzzi - è di arrivare, in ambito continentale, a una riduzione dei casi e a un rilevante miglioramento della prognosi. Di qui la necessità, posta dal ministro, che si completino i registri dei mesoteliomi e dei casi di asbestosi in tutte le regioni e si potenzino la ricerca epidemiologica sul mesotelioma maligno e quella clinica per nuove scelte terapeutiche.Altri passaggi della strategia del ministero sono la gratuità della sorveglianza sanitaria degli ex esposti attraverso le strutture del servizio sanitario nazionale, la revisione delle normative sul riconoscimento delle malattie professionali asbesto-correlate e sull’esposizione e l’individuazione di Centri di riferimento per la diagnosi e la terapia dei mesoteliomi. Ma mancano le risorse per la bonifica, ha ammesso il ministro Clini. E il collega Balduzzi, di rimando: «Se c’è un piano dobbiamo trovarle. E le abbiamo individuate nel riparto 2012 delle risorse per la sanità in materia di tumori rari, di cui fa parte il mesotelioma pleurico. Si tratta di risorse significative che saranno implementate con altri fondi».
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