giovedì 18 settembre 2014
​La scoperta nel Casertano, in un'area indicata dai pentiti. Nella zona l'incidenza tumorale è anomala.
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La pala meccanica scava già da alcuni giorni. Va giù, sempre più giù. Quand’è a poco meno di dodici metri, ieri mattina di buon’ora, ecco la falda acquifera. Ed ecco, proprio davanti agli occhi, la scoperta più sconcertante. C’è amianto quanto se ne vuole, ci sono rifiuti inerti e pericolosi e – soprattutto – ci sono fanghi tossici.  Provincia di Caserta, Casal di Principe, località Villa di Briano, alle spalle del cimitero, due passi dalla strada Nola-Villa Literno. Un bel (ormai ex) campo di granturco. L’Agenzia regionale per l’ambiente della Campania (Arpac) e la stesso Corpo Forestale dello Stato immediatamente prelevano campioni di quei fanghi e se per 'classificarli' in tutto scrupolo e con ufficialità si aspettano naturalmente le analisi, solamente a vederli gli investigatori e gli esperti non mostrano (confidenzialmente) grossi dubbi sulle loro provenienze industriali e sulla loro tossicità... Nastro bianco e rosso tutt’intorno: il terreno era già stato recintato e reso off limits. Mezzi e uomini della Forestale napoletana – su disposizione della Direzione distrettuale antimafia partenopea – scavavano infatti da qualche giorno in quest’aperta campagna, a poche centinaia di metri da un altro appezzamento dove alcuni mesi fa era stata effettuata una campagna di scavi che aveva scoperto una discarica di rifiuti pericolosi e scarti di attività edile provenienti dai vecchi lavori per la Nola-Villa Literno. Del resto uno dei giochetti terribili, e largamente praticati dalla camorra, per far sparire rifiuti tossici, risale quanto meno alla costruzione della stessa Nola-Villa Literno: si prelevava dai terreni adiacenti materiale per dare spessore alla sede stradale, così le 'buche' aperte in questo modo venivano velocemente 'riempite'.  Gran parte di questo era stato raccontato dal pentito Francesco Della Corte (e con lui l’altro pentito Roberto Vargas), principale 'accusatore' dell’ex- sottosegretario Nicola Cosentino e tra i pochi collaboratori di giustizia a indicare nel dettaglio i luoghi degli sversamenti illegali: «Il traffico di rifiuti tossici dal Nord alle campagne del Casertano andava avanti già dai primi anni ’90», lo gestiva «il boss Francesco Bidognetti tramite Gaetano Cerci e Cipriano Chianese, che si definiva massone e aveva contatti con Licio Gelli». Dettagli? «In particolare mercurio, fanghi e vernici provenienti dalle industrie settentrionali – era andato avanti –, venivano messi dentro bidoni di ferro» e «sotterrati almeno le prime volte in terreni agricoli, soprattutto nei Comuni del clan Bidognetti, come Cancello e Arnone, poi in discariche dismesse ». Non è finita: «Ho saputo anche come quelle sostanze siano state smaltite nel fiume Volturno e soprattutto sotto la Nola-Villa Literno».  Ultima annotazione. Inquietante. Raffaele Addeo è dirigente medico oncologo alla Asl Napoli 2 Nord e pochi mesi fa, partecipando a un convegno a Orta di Atella, aveva raccontato che nella zona di Villa di Briano da un po’ veniva registrato un discreto aumento delle incidenze di tumori ai testicoli...
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