venerdì 16 dicembre 2016
Resi noti i dati del XII Rapporto Ispra sulla qualità dell'ambiente urbano. Nel 2016 diminuiscono i capoluoghi con alti livelli di Pm10, anche se «l'aria rappresenta un problema per la salute»
Meno polveri nell'aria, ma due milioni a rischio alluvione
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Nel 2016 la qualità dell'aria è (leggermente) migliorata rispetto al 2015, ma «rappresenta ancora un problema per la salute» dei cittadini. La conferma arriva dal XII Rapporto Ispra sulla qualità dell'ambiente urbano, presentato oggi, che mette in fila tutte le problematiche ambientali di 116 aree urbane oggetto dell'indagine.

Polveri sottili oltre i limiti

A metà dicembre, diciotto capoluoghi di provincia (quelli della Pianura Padana, più Venezia, Frosinone, ma anche Terni e Napoli), hanno già superato il limite giornaliero per le polveri sottili (Pm10). Nel 2015, bel 45 aree su 95 non hanno rispettato il valore limite giornaliero (50 μg/m3, da non superare più di 35 volte in un anno), «con un numero totale di superamenti e valori medi annuali - si legge nel comunicato dell'Ispra - generalmente superiori a quelli degli ultimi anni, in controtendenza rispetto al trend di medio-lungo periodo, sostanzialmente decresecente». Sempre nel 2015, il 90% della popolazione nei comuni considerati risulta esposto a livelli medi annuali superiori al valore guida Oms (Organizzazione mondiale della sanità) per il Pm10 (20 µg/m³), l’82% a quello del Pm2,5, particolato fine, (10 µg/m³), il 27% a quello dell’NO2 (azoto).

Acqua, quanti sprechi!

Sul versante del consumo dell'acqua potabile, elaborando dati Istat, i ricercatori dell'Ispra evidenziano che «nel quadriennio 2012/2015, nelle 116 città oggetto del Rapporto si è registrata una riduzione dei consumi idrici dell’8,4%». Nel solo 2015 è stata registrata una «dispersione reale dell’acqua immessa nella rete di distribuzione pari al 35,4%: in 90 città sui 116 capoluoghi di provincia si hanno valori di dispersione di rete reali superiori al 20%, di cui 18 superiori addirittura al 50%». Per quanto riguarda, invece, la balneazione, le rilevazioni confermano «che la quasi totalità dei tratti costieri monitorati è idonea», mentre sul fronte dei pesticidi, «su 160 punti di monitoraggio nelle acque superficiali, 26 (16,2%), relativi a 18 città, hanno livelli di concentrazione superiore ai limiti; per le acque sotterranee sono 29 i punti di monitoraggio con una contaminazione superiore ai limiti, su 300 punti monitorati (9,7%), relativi a 9 capoluoghi».

Alluvioni, due milioni vivono in zone a rischio

Tra le principali fonti di pericolo per i cittadini, l'Ispra individua il dissesto idraulico dopo forti acquazzoni, con effetti direttamente proporzionali alle modifiche dell'ambiente naturale apportate dell'uomo. Disboscamento, cemento e asfalto, insomma, hanno cambiato il paesaggio naturale, «rendendolo più fragile e vulnerabile». In questi territori potenzialmente pericolosi, vivono quasi due milioni di persone.

Automobili sempre più vecchie

Tra il 2014 e il 2015 il parco delle auto immatricolate in Italia è rimasto sostanzialmente stabile, intorno al milione e mezzo di vetture targate annualmente. Sulle strade, però, continuano a circolare veicoli troppo vecchi e inquinanti. A Napoli, per esempio, si trova la quota più alta di auto private Euro 0 (28,9%). In generale, annota l'Ispra, «si assiste ad una contrazione delle auto elettriche nel 2016 rispetto al primo semestre 2015 (-34%)», con «le vetture ibride cresciute di oltre il 50%».


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