sabato 23 novembre 2019
Sul molo due giovani migranti, un eritreo e un libico, avvolti dalle coperte termiche si disperano perché non vedono le loro mogli tra le persone tratte in salvo
Naufraghi su un barchino a ridosso della costa di Lampedusa (Agrigento) in un’immagine d’archivio. Da un paio di giorni il mare tra Malta e l’isola siciliana è in tempesta, con vento di libeccio che raggiunge i 23 nodi e onde alte anche 4 metri (Ansa )

Naufraghi su un barchino a ridosso della costa di Lampedusa (Agrigento) in un’immagine d’archivio. Da un paio di giorni il mare tra Malta e l’isola siciliana è in tempesta, con vento di libeccio che raggiunge i 23 nodi e onde alte anche 4 metri (Ansa )

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La barca di circa 10 metri con 169 profughi a bordo non ha resistito alla tempesta, con onde che in alcuni tratti di mare hanno raggiunto anche i quattro metri di altezza, e si è capovolto a meno di un miglio dalla costa di Lampedusa. Le raffiche di libeccio a 23 nodi erano come delle «rasoiate» in volto, hanno raccontato i soccorritori. Le due motovedette della Guardia costiera allertate da una segnalazione non hanno fatto in tempo a raggiungere il piccolo natante e i migranti sono caduti tutti in acqua: 149 sono stati recuperati, uno ad uno, dagli uomini della Capitaneria, e portati in salvo sulla terraferma. Infreddoliti, coi vestiti fradici.

E il terrore ancora negli occhi. Alle ricerche dei 20 che mancano all’appello hanno partecipato sei mezzi navali, un aereo Frontex e un velivolo della Marina militare. Le forze dell’ordine hanno ispezionato anche la costa, nell’ipotesi che qualcuno possa essere giunto a nuoto. La ricognizione è proseguita per tutta la notte nonostante le condizioni meteo proibitive. La speranza è che in mare non ci sia più nessuno. Sul molo, però, due giovani migranti, un eritreo e un libico, avvolti dalle coperte termiche si disperano perché non vedono le loro mogli tra le persone tratte in salvo.

Poco prima dell’ennesimo allarme naufragio a Lampedusa era arrivata la notizia che il Viminale ha scelto Messina come porto di sbarco per la Ocean Viking. E sono subito cominciate le operazioni di approdo da parte della nave di Sos Mediterranée e Medici Senza Frontiere che da più di due giorni era in balia della prepotenza del mare e del violento temporale portando sul ponte i 200 migranti salvati negli interventi di giovedì, in attesa di una risposta ai suoi disperati appelli da parte delle autorità italiane e maltesi.

La svolta, dopo tre giorni di angoscia, c’è stata perché, finalmente, Italia, Germania, Francia e Malta hanno richiesto congiuntamente alla Commissione europea l’attivazione della procedura di ricollocamento dei profughi raccolti dalla Ocean Viking. Ma ci sono ancora i 154 migranti tratti in salvo dalle spagnole Aita Mari (75) e Open Arms (79) che ancora attendono di sapere qual è il loro destino. Le due navi hanno continuato fino a ieri sera una navigazione senza meta in mezzo alla bufera che si è scatenata nel mare tra Malta e Lampedusa.

Da mercoledì sono salpate dalle coste libiche, a bordo di barconi o gommoni, più di 800 persone, la metà delle quali respinte dalla polizia marittima di Tripoli che li ha riportati nei centri di raccolta da dove erano partiti. Non si sono fermati, nelle ultime ore, nemmeno gli sbarchi autonomi: ce ne sono stati a Crotone, sulla costa ionica calabrese, e a Santa Maria di Leuca, in Puglia. Altri tre barconi erano arrivati venerdì a Lampedusa con a bordo complessivamente 125 profughi. Soccorsi, sono stati portati nell’hot spot dove erano ospitati anche altri migranti.

Un bimbo di 4 anni figura fra i 79 imbarcati nella Open Arms. «Ibrahim sogna di diventare medico – ha twittato il fondatore di Open Arms, Oscar Camps –. Chissà, forse “domani” diventerà un eminente chirurgo che salva la vita ai nipoti di coloro che oggi gli impediscono di raggiungere un porto sicuro».

Intanto polizia e guardia di Finanza ieri hanno eseguito a Crotone il fermo di due cittadini russi, di 24 e 32 anni, con l’accusa di concorso nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono ritenuti, infatti, gli scafisti del natante dal quale tre giorni fa sono sbarcati 31 migranti sulla spiaggia di Isola Capo Rizzuto. Gli investigatori sono arrivati a loro grazie alle testimonianze di persone che erano a bordo dell’imbarcazione.

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