lunedì 5 giugno 2023
Detenuta cerca di impiccarsi: salvata da una poliziotta. Il 7 giugno tavolo ministeriale sui fondi alla polizia penitenziaria. Ma il sindacato Osapp per protesta non parteciperà
Tentato suicidio a Perugia, agenti feriti ad Augusta e Avellino
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Ancora alta tensione nelle carceri, con tentati suicidi, aggressioni nei confronti di chi esercita la sorveglianza e forti malumori di chi deve garantire i servizi, l’ordine e il rispetto delle regole. Una situazione destinata a “imbarbarirsi” in vista dell’estate. L’indice di sovraffollamento nei 192 istituti penali italiani raggiunge ormai il 190%, con il 51% dei reclusi che deve scontare un residuo di pena inferiore a tre anni. Non solo. "Dentro" ci sono 1.100 detenuti ultrasettantenni e una quarantina con 80 anni e più costretti a vivere dietro le sbarre per una condanna che, nella stragrande maggioranza dei casi, potrebbe invece essere espletata attraverso adeguate misure alternative. Un terzo della popolazione carceraria (che ammonta a tutt’oggi a 56.000 unità), inoltre, è costituita da persone con problemi psichici e di tossicodipendenza. «Sono alcune delle cifre del disastro che quotidianamente il personale penitenziario si trova a fronteggiare e che solo il governo e i politici ignorano» denuncia il segretario generale del Sappe, Aldo Di Cerceri, il quale sottolinea che, considerata la carenza di addetti (il rapporto è di un poliziotto ogni detenuto e mezzo), «in alcuni istituti non si sa ancora se e quando gli agenti potranno andare in ferie». E, come se non bastasse, un pesante macigno incombe sui “baschi azzurri” e sull’intero sistema carcerario: i circa 100mila condannati a pene definitive e attualmente a piede libero che – prima o poi – dovranno varcare il portone di una prigione italiana.

Intanto i reclusi più fragili e disperati cercano di togliersi la vita mentre altri compiono atti di violenza contro i loro “controllori”. La sequenza di accadimenti è impressionante. Sabato scorso, nella Casa circondariale “Capanne” di Perugia, durante la pausa mensa, una delle 57 donne detenute (in tutto gli ospiti della struttura sono 366) è stata trovata agonizzante, appesa con un lenzuolo al collo alle sbarre della finestra del bagno della sua cella ed è stata salvata da una poliziotta (l’unica in servizio a quell’ora) che, sciolto il nodo che la soffocava, le ha prestato i primi soccorsi chiamando poi i sanitari dell’infermeria. Solo grazie al suo tempestivo intervento, dunque, si è potuto scongiurare un altro decesso. Dall’inizio dell’anno ad oggi nelle carceri della Penisola i suicidi di persone ristrette sono stati 29. E ad Augusta, in provincia di Siracusa, dove nei mesi scorsi si sono registrati due morti tra i reclusi a causa di uno sciopero della fame, un 25enne avrebbe cercato di aggredire più volte un ispettore dentro l’ufficio di sorveglianza lanciandogli contro una spillatrice e sferrandogli un calcio al piede talmente forte da procurargli una frattura. E un poliziotto intervenuto per fermare il giovane carcerato è stato colpito ripetutamente con dei pugni, un terzo agente è rimasto contuso nella frapposizione tra il detenuto e i suoi colleghi. Nella Casa circondariale siciliana a maggio era stato anche scoperto un traffico di sostanze stupefacenti e di telefonini che ha portato gli inquirenti a provvedimenti di arresto per detenuti e addetti alla sorveglianza. Un'altra aggressione va registrata poi nel carcere di Avellino: ieri mattina un recluso di 30 anni originario della provincia di Salerno ha preso a pugni un ispettore mandandolo all'ospedale. Motivo del grave gesto di violenza, il rifiuto di assecondare la richiesta di allontanamento del suo compagno di cella. All'istituto di pena irpino "Antino Graziano" i detenuti denunciano da tempo un clima di "precaria vivibilità". Per una settimana, alla fine di maggio, si erano verificate qui delle sommosse che hanno portato al sequestro di panetti di hashish e manganelli di legno.

Per mercoledì 7 giugno alle 14 è stato convocato dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Dalmastro un tavolo sull’utilizzazione del fondo per l’efficienza dei servizi istituzionali del Corpo di polizia penitenziaria. Il sindacato Osapp ha annunciato però che non parteciperà lamentando «la pervicace assenza dell’attuale capo dell’amministrazione penitenziaria, tra l’altro da qualsivoglia confronto o rapporto con le organizzazioni sindacali del personale di Polizia penitenziaria sulle gravi e irrisolte emergenze negli istituti penitenziari e sul grave stato di sofferenza del personale». Il sindacato denuncia inoltre, con dure accuse, «le incorrette e approssimative modalità di gestione degli addetti del corpo di polizia penitenziaria» facendo riferimento anche «all’incapacità dell’attuale Amministrazione penitenziaria centrale di disporre adeguate misure a tutela dell’incolumità fisica e morale del personale, soprattutto di polizia penitenziaria e per la prevenzione-repressione degli eventi critici e degli atti di violenza interna quasi sempre cagionati dagli stessi e per nulla sanzionati».

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