venerdì 15 luglio 2016
Già dalla tarda serata, dopo le prime notizie sul terribile attentato in Francia, a Roma è scattata l’allerta delle forze d’intelligence. Alfano: controlli a frontiere e aeroporti. (Vincenzo R. Spagnolo)
Allerta in Italia, aumentano i controlli
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​Già dalla tarda serata, dopo le prime notizie sul terribile attentato in Francia, a Roma è scattata l’allerta delle forze d’intelligence e dell’Antiterrorismo, che hanno tenuto un briefing di prima mattina, al quale ha preso parte il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Da stamani alle 9, è in corso al Viminale una riunione del Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa), convocata dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a seguito dell’attentato di Nizza. Al termine Alfano in una conferenza stampa ha detto che sono state istituite «unità operative di pronto intervento da parte di polizia di Stato, carabinieri, insieme a squadre di supporto dell'Arma. Si tratta di nuclei specializzati nelle azioni di prevenzione terroristica". "Con il prefetto Gabrielli abbiamo deciso di inviare a tutti i prefetti una nota con cui chiediamo di ulteriori valutaizoni di rischio sul territorio", ha aggiunto Alfano. "Il nostro livello di allerta è lo stesso di prima dell'attacco terroristico in Francia e, grazie al cielo, non si deve alzare. Abbiamo rafforzato i controlli in tutta Italia, sui siti sensibili, nelle carceri". 

Proprio ieri il ministro aveva presieduto il Comitato nazionale della sicurezza e dell’ordine pubblico ed aveva predisposto un’intensificazione delle attività informative, avvalendosi proprio del contributo del Casa. Una “struttura fondamentale”, osserva il ministro della Difesa Roberta Pinotti, “con cui facciamo prevenzione" e grazie anche alla quale "cerchiamo di pensare a tutto quello che menti criminali possono immaginare per farci del male". Al termine della riunione, il ministro Alfano terrà una conferenza stampa per spiegare le misure adottate dall’Italia. Al momento non è previsto un innalzamento dello stato di allerta “due”, che è quello precedente al momento in cui avviene un attacco.

Controlli a Ventimiglia Sono stati ulteriormente rafforzati i controlli da parte italiana sul confine di Stato a Ventimiglia, sia a Pont St.Ludovic che a Pont St. Louis, dopo l’attentato di Nizza. Agli uomini della Polizia si sono affiancati Esercito, Carabinieri e Battaglione mobile. "Abbiamo avuto notizia che fuggitivi potessero essersi diretti in Italia - ha detto un dirigente di polizia - ma per ora non abbiamo riscontri concreti". Controlli capillari anche da parte francese: mobilitati con la Gendarmerie, la Police nationale e i servizi di sicurezza. Anche negli aeroporti italiani, a partire da Fiumicino, l’attenzione è altissima. Le pattuglie di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza controllano 24 ore su 24 l’aeroporto sia all’interno dei Terminal, sia nell’area esterna.

Pinotti: preoccupazione alta, settemila militari in campo “La preoccupazione è alta" per il rischio del terrorismo, ma “il lavoro che stiamo facendo per contrastarlo serissimo", dice il ministro della Difesa, “oggi in Italia 7.000 militari controllano i siti sensibili" spiega, ricordando l’azione di prevenzione e l’impegno delle forze armate all’estero. Per combattere il terrorismo, “non c’è nessuna altra strada diversa da quella che stiamo percorrendo”. Secondo la titolare della Difesa, i terroristi hanno preso "la decisione di colpire in una giornata di festa per la Francia, con le famiglie in strada, nel momento e nei luoghi in cui fa più male, quando tutti scendono in strada per vedere i fuochi d’artificio”. Di fronte a un orrore incredibile, c’è “nello stesso tempo una fortissima determinazione a sconfiggere questi assassini. Il messaggio non può che essere questo", al di là del "grande cordoglio e del grande dolore". "Nessun paese - ha ribadito il ministro Pinotti – può ritenersi a rischio zero. Questo modo di colpire è subdolo e tutti abbiamo sentito l’appello criminale fatto dai responsabili del califfato a colpire quelli che loro chiamano infedeli ’in tutti i modi’, anche lanciando un’auto contro la folla. Come ci si difende? Nel modo che stiamo facendo, a partire da un controllo attento di tutte le persone che possono essere sospettate. Dobbiamo fermarli laddove hanno formato uno stato, in Iraq e in Siria, come sta avvenendo, e cercare di prevenire gli attacchi nei nostri Paesi".

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