venerdì 22 aprile 2016
​Aymo: alla deriva nel Mediterraneo, gli scafisti ci hanno fatto salire su un'imbarcazione di notte. 
Naufragio con 500 morti, un superstite: «Ho visto morire mia moglie e mio figlio»
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Altre immagini drammatiche e nuovi dettagli emergono dai racconti dei sopravvissuti del tragico naufragio di migranti avvenuto la scorsa settimana nel Mar Mediterraneo dopo che un barcone è colato a picco mentre stava cercando di raggiungere l’Italia. Un naufragio costato la vita a circa 500 migranti, hanno confermato ieri ad Atene i sopravvissuti, all’incirca una quarantina, confermando le testimonianze di altri disperati riportate mercoledì dall’Acnur, l’agenzia Onu per i rifugiati. A rivelare quei tragici momenti sono due uomini: Muaz Mahmud Aymo, 25 anni etiope e Mowlid Isman, 28 anni, somalo. I due sopravvissuti fanno parte del gruppo di 41 migranti che sono riusciti a salvarsi dal naufragio. La partenza dalle coste di Tobruk - raccontano - è avvenuta di notte, nel buio più totale, con il mare invisibile e bordo di una imbarcazione insieme ad altre 200 persone. Poi gli scafisti li hanno costretti a salire a bordo di un secondo barcone dove erano stipati altri 300 disperati. Quindi la tragedia quando il barcone è colato a picco. Orrore e panico con Aymo che ha raccontato di avere perso il suo bambino di due anni oltre alla moglie di 20. Un tragico destino anche per Isman che ha perso la sorella e la nipotina. Il sito Migrant report ha rivelato che la Guardia costiera ellenica è stata allertata da Roma della presenza di un’imbarcazione alla deriva e che questa ha indirizzato per il recupero il mercantile Eastern confndence battente bandiera filippina. I superstiti furono recuperati il 16 aprile a 95 miglia nautiche a sud ovest di Pylnos, dopo una settimana alla deriva. A boprdo della Eastern ci furono tensioni perchè i migranti volevano essere trasportati in Italia e non in Grecia, ma alla fine la destinazione di Kelemata è stata accettata. Quanto alle discrepanze di lunedì sui social media riferite alla partenza, pare chiarito che il secondo barcone è partito da Alessandria. La necessità di una politica di asilo comune in Ue è stata ribadita ieri dal portavoce per il Sud Europa dell’Acnur Carlotta Sami. «Serve un vero asilo europeo per l’accoglienza e la gestione» dei rifugiati: «non tutti i paesi dell’Unione europea hanno gli stessi standard», ha detto . Per quanto riguarda la situazione italiana dell’accoglienza «l’Italia – secondo Sami – ha fatto un grosso sforzo ma deve lavorare sugli standard di qualità». Ieri l’Ismu ha confermato che nel 2016 sono giunte via mare in Europa 179mila persone, poco più di quante ne sono sbarcate sulle coste italiane nell’intero anno 2014. L’86% dei migranti ha percorso la tratta del Mediterraneo orientale approdando in Grecia (154mila arrivi) dove continua il massiccio afflusso di siriani, afghani e iracheni provenienti dalle zone in guerra del Medio Oriente. Sulle coste italiane risultano sbarcati 25mila migranti, principalmente in provenienza da paesi africani (Nigeria, Gambia, Senegal, Mali). Rispetto allo stesso periodo del 2015, gli arrivi in Italia tra il 1 gennaio e il 31 marzo sono aumentati dell’85%. Sul fronte dell’accoglienza il Viminale ha segnalato la necessità di reperire altri 15mila posti poichè le strutture governative e quelle messe a disposizione delle Regioni sono insufficienti: al 13 aprile scorso risultavano presenti nelle strutture di accoglienza italiane oltre 112mila migranti. Nel 2015 hanno perso la vita nel Mediterraneo 3.771 persone. Nel 2014 i morti e i dispersi sono stati 3.500. Tra il primo gennaio e il 4 aprile 2016 sono deceduti 761 migranti e metà di questi decessi in mare è stata registrata tra le persone che tentavano di raggiungere la Grecia. Con l’ultimo naufragio si arriva a 1260 morti.
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