lunedì 29 settembre 2014
​L'allarme lanciato dal ministro dell'Interno a Bruxelles: pronte misure straordinarie. Una cinquantina di "combattenti" dell'Isis provenienti dall'Italia. 
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S​arebbero una cinquantina per il momento, i "combattenti stranieri" nelle file jihadiste individuati come provenienti dall'Italia: lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano a Bruxelles. Nei giorni scorsi, l'Ue aveva fatto la cifra di 3 mila "foreign fighters" attivi in Siria e Iraq: Alfano ha precisato che dal "monitoraggio che teniamo sempre aggiornato" risulta "un numero di 48" combattenti "legati in qualche modo all'Italia in termini di transito o in termini di passaggi vari effettuati nel nostro paese". Il comitato di analisi strategica antiterroristica, ha aggiunto, "si riunisce di settimana in settimana: abbiamo sempre valutazioni aggiornate, teniamo sotto controllo la sirtuazione". Alfano ha ribadito che in Italia è c'é un'allerta terrorismo "elevata, anzi elevatissima". "Pur in assenza di una minaccia specifica - ha sottolineato a margine della conferenza di alto livello sulla sicurezza interna in Europa - l'allerta è elevata perchè l'Italia fa parte di quella grande comunità occidentale che contrasta il terrorismo, perchè è la sede della cristianità, perchè ha fatto delle scelte importanti in parlamento anche negli ultimi mesi". Ecco perché "noi siamo parte di quella grande comunità che è sotto attacco da parte di un califfo, di un sedicente stato e di un'organizzazione criminale che ha ambizioni, soldi e uomini che nessuno ha mai avuto". Alfano assicura di avere pronte "norme molto severe" per il contrasto del terrorismo e di "essere pronto a portarle di fronte a governo e Parlamento". Una, "riguarda uno stretto controllo di polizia su soggetti che possono essere considerati a rischio", specificando meglio misure preventive, "che oggi vengono applicate ai mafiosi". Ma anche "colmare la lacuna normativa che rende molto difficile punire chi voglia andare a combattere all'estero, pur non essendo il reclutatore"Per Lamberto Giannini, direttore del servizio centrale antiterrorismo della polizia di Stato, le minacce dell'Isis all'Italia rappresentano una questione seria. Ma - ha detto a L'Aquila a margine di una esercitazione dimostrativa dei Nocs - "al momento non abbiamo alcun segno particolare rivolto al nostro Paese. È tuttavia un momento che richiede massima attenzione".
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