sabato 7 settembre 2019
Dopo il soccorso del 31 agosto l'imbarcazione della Ong Sea-Eye è in attesa di ricevere l'indicazione di un porto sicuro da Malta. L'Italia ha confermato il divieto a entrare nelle acque
Scendono in 5 dalla nave Alan Kurdi. Uno aveva tentato il suicidio
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Evacuazione medica per cinque dei tredici migranti a brodo della nave Alan Kurdi della Ong tedesca Sea-Eye. L'imbarcazione da circa una settimana è al largo dell'isola di Malta alla ricerca di un porto sicuro dove sbarcare.

Tra i cinque evacuati, quasi tutti minorenni, c'è anche il ragazzo che venerdì aveva tentato il suicidio.

La nave Alan Kurdi si trova ancora in ostaggio delle onde del Mediterraneo centrale dopo il soccorso di 13 persone tra cui 8 bambini avvenuto lo scorso 31 agosto nella Sar maltese: venerdì il comandante aveva chiesto al governo italiano se fosse ancora valido il divieto di ingresso in acque territoriali notificato attraverso il decreto interministeriale firmato domenica 1 settembre dal ministro dell'Interno Salvini, dei Trasporti Toninelli e della Difesa Trenta.

La risposta che è arrivata dal Viminale sottolinea che vige ancora l'interdittiva che riguarda la nave Alan Kurdi.

Sullo sbarco della Alan Kurdi, e in particolare sul non aver ancora annullato l'interdittiva che riguarda l'imbarcazione di Sea-Eye - si potrebbero rompere gli equilibri della maggioranza del governo Conte bis, a cui lunedì verrà votata la fiducia. Matteo Orfini del Pd ha chiesto e ribadito su Twitter che "il nuovo governo revochi il divieto di ingresso in porto".

Appello rilanciato anche dal parlamentare di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni: "Fate sbarcare i naufraghi, è il segnale di quella discontinuità che serve al Paese per recuperare dignità e umanità".

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