sabato 2 maggio 2020
Utilizzata una tecnica mini-invasiva su paziente pluritrapiantato di fegato. Costamagna: con il Covid stiamo imparando ad agire diversamente per garantire salute e sicurezza
L'equipe che ha eseguito l'intervento. Da sinistra: Andrea Tringali, Vincenzo Perri, Guido Costamagna, Alessandro Cina, Ivo Boskoski

L'equipe che ha eseguito l'intervento. Da sinistra: Andrea Tringali, Vincenzo Perri, Guido Costamagna, Alessandro Cina, Ivo Boskoski - Ufficio stampa Gemelli

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La fisica viene in soccorso alla scienza. Due poli magnetici che utilizzando proprio la loro forza di attrazione riescono a ristabilire il normale flusso nella bile. È infatti questo il metodo innovativo con cui è stato riaperto il dotto biliare di un paziente con una condizione clinica molto difficile, perché già sottoposto a due trapianti di fegato. Un intervento eccezionale – è la prima volta in Europa e in America – ancor più perché realizzato al tempo dell’emergenza Covid-19, effettuato con successo da una equipe multidisciplinare della Fondazione policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs coordinata dal Guido Costamagna.

La tecnica

Tecnicamente il “meccanismo” funziona così. Il passaggio della bile, chiuso da una cicatrice invalicabile, è stato riaperto dalla forza di due piccoli magneti, che attraendosi l’un l’altro hanno ristabilito la continuità del dotto con una tecnica mini-invasiva. Nel trapianto di fegato infatti la via biliare del donatore viene suturata a quella del ricevente (anastomosi): il restringimento di questa zona suturata è la complicanza più frequente (oltre il 10%) e avviene per un eccesso di cicatrizzazione.

Dopo l’insuccesso di tutti i metodi convenzionali di risoluzione, l’equipe multidisciplinare guidata da Guido Costamagna, ordinario di Chirurgia generale all’università Cattolica e direttore dell’unità operativa di Endoscopia digestiva chirurgica del Gemelli, ha posizionato nelle vie biliari, a monte e a valle della stenosi, due piccoli magneti: quello inferiore tramite endoscopia e quello superiore attraverso il fegato, dopo puntura delle vie biliari dalla cute, in contemporanea. I due magneti, attraendosi, hanno determinato, in un paio di settimane, la riapertura (ricanalizzazione) del tratto biliare completamente occluso per compressione del tessuto cicatriziale, permettendo la successiva inserzione di protesi di plastica multiple per mantenere aperto il canale.

«In questo periodo di emergenza sanitaria – spiega il capo equipe Guido Costamagna - l’attività si è limitata alle urgenze e ai casi non procrastinabili, sono state rimodulate in funzione del rischio di diffusione virale. Insomma, stiamo imparando ad agire, a muoverci e a pensare in maniera diversa per garantire ancora di più a tutti i pazienti il meglio delle cure nella massima sicurezza».

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